Elezioni: la posizione dei Popolari per Cesena

Documento politico che indica le priorità della formazione

Documento politico dei Popolari per Cesena in vista delle elezioni.

I “Popolari per Cesena” sono un movimento politico che ha come orizzonte principale il territorio di Cesena e della Romagna. La sua prima mission consiste nella costruzione di una alternativa credibile, di un progetto politico vero e condiviso, in vista delle elezioni amministrative che si terranno nella nostra città l’anno prossimo.

Inoltre è una formazione “civica”, che si vuole distinguere dagli attuali partiti nazionali in cui, per motivi politici, programmatici e di partecipazione democratica, non si riconosce.

Analisi politica nazionale

Il passaggio elettorale che il Paese si appresta a vivere è inserito nel quadro di una profonda crisi democratica che accomuna l’Italia ad altri sistemi di democrazia matura. La vasta disaffezione che alimenta  il  non  voto  è  solo  uno  dei  segnali  della  crisi.  Tra  questi,  anche  il  consenso  sempre  più esteso per forze politiche che mettono in discussione la cultura dei diritti, proponendo riferimenti ideologici  di  carattere  identitario,  nazionalista e sovranista,  come  anche  la  sfiducia  nelle  capacità  delle democrazie di governare un quadro complesso e in rapido mutamento.

La percezione politica e culturale  è  sull’immediatezza,  sganciata  da  qualsiasi  prospettiva  temporale  di  medio e lungo periodo. In questo clima si accentua la sensazione di vivere in uno stato di perenne emergenza, nel quale a dominare sono i toni populisti, i temi della sicurezza, e le temute “invasioni” di migranti, letto tutto in una logica di paura.

I partiti tradizionali italiani sono scomparsi; al loro posto sono nate formazioni nuove, alcune delle quali si richiamano con varie sfumature a valori e idee come il socialismo da una parte e il liberalismo dall’altra. Ma ormai, sia in Italia che all’estero, i concetti di “destra” e “sinistra” hanno perso molto della loro sostanza e della loro originalità.


Le ideologie sono tramontate e questo è un bene; i valori, le idee, gli ideali, i progetti per il bene comune sono merce molto rara (e questo è un male).

La distanza tra il cittadino comune e la politica è aumentata, non solo per la cattiva prova data dal personale politico, ma anche per la caduta di entusiasmo e attrattiva verso un impegno (quello politico) ormai svuotato di ideali e pieno invece di intrecci di interessi materiali e personalismi.

Stiamo assistendo ad una campagna elettorale di bassissima qualità da parte di tutte le parti politiche, in cui dominano gli slogan, la gara a chi la spara più grossa e il mercato dei collegi.

E’ un panorama desolante che, per cittadini che come noi di “Popolari per Cesena” non hanno in tasca una tessera di partito o movimento, rafforza i dubbi e le perplessità su chi preferire il 4 marzo.


Allora: chi sosteniamo?

Valutiamo prima di tutto la necessità di un richiamo per tutti alla partecipazione al voto, ritenendo questo uno degli elementi che da senso e credibilità ai risultati del voto, ma anche e soprattutto da valore all’intero sistema democratico parlamentare.

In questo momento elettorale , come  Popolari per Cesena, riteniamo di  non esprimere una preferenza verso uno schieramento rispetto ad un altro; a noi interessa la Politica, il dialogo, le azioni e non gli aggiustamento, le sistemazioni da prima repubblica.

Però come Popolari per Cesena riteniamo che alcuni criteri siano indispensabili, ineludibili e da assumere per indirizzare le scelte che ciascuno dovrà compiere!

Riteniamo, quindi, utile e importante richiamare questi criteri verso i quali vincolare il voto del 4 marzo prossimo.

–      Ci interessa una politica “moderata” nel senso di “non urlata”, non fatta di slogan e odio verso l’avversario, ma ragionata, con idee, progetti e, a monte, ideali. Riteniamo di dover rifiutare ogni forma di estremismo che tende a distruggere e a dividere.

–      Siamo contrari a qualsiasi regime ideologico che faccia riferimento a comportamenti e ideologie totalitaristiche, peraltro già condannate dalla storia.

–      Il nostro retroterra, la nostra storia, la nostra ispirazione sono il cattolicesimo democratico, il popolarismo, la dottrina sociale della Chiesa, il liberalismo democratico, la sussidiarietà.

–      Per noi la “democrazia” e la “partecipazione” sono dei punti fermi, anche se possono comportare rischi. Preferiamo una decisione così presa in comune accordo tra più persone, ad una presa dal “solitario illuminato” di turno. Siamo allergici agli “uomini soli al comando”.

–      Pensiamo che la prima preoccupazione della politica sia quella di favorire e stimolare le dinamiche per il lavoro e un benessere diffuso per tutta la società, intervenendo ad appianare la distanza tra chi aumenta il proprio benessere e chi invece, specie tra il ceto medio, si sta sempre più impoverendo. E questo con un occhio di riguardo alle giovani generazioni, non costringendole ad una emigrazione forzata per trovare un lavoro consono alle proprie aspettative.   

–      Così come è un punto fermo l’europeismo. Noi siamo per l’Unione Europea, siamo per una maggiore integrazione tra gli Stati fondatori dell’Unione e quindi non condividiamo minimamente la proposta, che fanno certi partiti, di chiudersi in un anacronistico nazionalismo degno di altri tempi.

–      Siamo per un liberalismo solidale, in cui lo Stato faccia un passo indietro (o di lato) rispetto alla società e ai corpi intermedi (come la famiglia), intervenendo per sostenere le fasce più svantaggiate della popolazione, secondo il principio di sussidiarietà, senza la pretesa di gestire tutto in nome di una presunta competenza e superiorità.

–      Siamo per la famiglia, “corpo intermedio” per eccellenza, pilastro della società. Un rafforzamento delle politiche famigliari non è un contentino dato ad una “categoria” sociale, ma è un contributo al benessere di tutta la società.

–      Siamo per la libertà di educazione; vorremmo che le varie identità culturali potessero esprimersi e organizzarsi liberamente in campo educativo con pari possibilità in modo da lasciare alle famiglie e ai singoli cittadini la libertà di scegliere il proprio cammino educativo.

–      Siamo per la vita e quindi non condividiamo il tentativo palese o surrettizio di introdurre l’eutanasia nel nostro Paese. Vanno piuttosto studiate politiche atte a favorire la natalità, ovvero la “voglia” di mettere al mondo dei figli e di crescerli. Ci vuole prima di tutto una presa di coscienza della società e dei singoli, ma lo Stato deve fare la sua parte per favorire concretamente la possibilità di coniugare il lavoro e la famiglia.  

Siamo coscienti che non esiste e non potrà mai esistere un partito “ideale” in cui tutti possano riconoscersi appieno nelle stesse scelte; dobbiamo però chiederci quali siano le priorità e i valori di base in cui ci riconosciamo e giudicare la posizione dei singoli schieramenti su tali argomenti.

Poi occorre impegnarsi in prima persona, perché è dall’incontro tra soggetti diversi che vanno nella stessa direzione che può nascere una convergenza di intenti e si consolidano le ragioni per stare insieme nello stesso schieramento.

La politica deve essere la ricerca di un punto alto di compromesso su idee e valori e non un accordo su collegi e poltrone.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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