Gastone Sozzi, figura indimenticabile

A novanta anni dalla morte il ricordo della Fondazione Radici della Sinistra

Novanta anni fa, nel carcere di Perugia moriva a soli 25 anni Gastone Sozzi. Il ricordo della Fondazione Radici della Sinistra di Cesena.

Il 6 febbraio 1928 muore nel carcere di Perugia l’antifascista cesenate GASTONE SOZZI.

Giovanissimo dirigente socialista, nel 1921 aveva partecipato a Firenze al congresso fondativo della Federazione Giovanile Comunista d’Italia.  A Cesena nel 1922,  nonostante la giovanissima età, è  reggente di fatto della locale sezione del partito insieme a Roberto Viroli. Incarico che lascia dopo pochi mesi in quanto trasferitosi a Cesenatico per ricoprire l’incarico di viceragioniere del Comune.

 

In quel tempo Cesenatico è una delle poche realtà italiane guidate da un sindaco comunista e Gastone, oltre alle funzioni tecnico amministrative, assume nel comune rivierasco anche un ruolo di carattere politico.  Pochi mesi prima Gastone aveva sofferto la perdita della mamma Ida Ceccaroni, di soli 39 anni, già dirigente delle donne socialiste di Cesena. La madre era stata la  sua prima guida politica.

Sono anni di grande fermento e scontro politico. Cominciano le scorribande delle squadracce fasciste e lo stesso Partito Comunista per contrastarle organizza “gruppi di difesa” per proteggere militanti e sedi che, comunque, subiscono pestaggi ed incendi. Non sono poche le Case del Popolo distrutte in quel periodo e numerose anche le persone malmenate e uccise nel territorio romagnolo.

 

A fine luglio 1922, mentre è in corso uno sciopero teso ad impedire la conquista della Romagna da parte dei fascisti, in Piazza Garibaldi a Cesenatico è istituito un posto di blocco. Fermata un’auto con a bordo il capo dei fascisti bolognesi Leandro Arpinati si accende uno scontro a fuoco in cui viene ucciso lo squadrista Clearco Montanari. In seguito a ciò l’intero gruppo dirigente comunista di Cesenatico e di Cesena è colpito da mandato di cattura e Gastone Sozzi si vede costretto a rifugiarsi a Torino, dove partecipa, il 22 dicembre 1922, alla difesa di “Ordine Nuovo”, il giornale di Antonio Gramsci, attaccato dai fascisti.

Gastone Sozzi e la moglie. Foto tratta da resistenzemappe.it

Prima di allontanarsi dalla Romagna Gastone riesce a salutare la fidanzata Norma che vive a Forlì. La situazione nazionale è precipitata, in ottobre c’è stata la marcia su Roma e Mussolini è divenuto capo del governo. Sono tempi durissimi per i comunisti, soprattutto per quelli ricercati come Gastone che, viene fatto espatriare a Mosca dove rimane fino all’estate del 1925.

 

Questi anni trascorsi in Russia sono anni di intensa formazione politica per Gastone. Ne sono testimonianza le lettere che invia a Norma, al fratello Sigfrido  e ad alcuni compagni cesenati. Ha poco più di vent’anni ma è considerato un dirigente di valore tanto che è invitato alle riunioni dell’Internazionale Comunista e, alla morte di Lenin, viene chiamato  a far parte della guardia d’onore all’interno del Cremlino.

Una volta risolti i problemi penali rientra in Italia  dove viene immediatamente chiamato a svolgere servizio militare. Congedato il 16 ottobre 1926, a 23 anni si sposa con Norma. Va sottolineato che Gastone arriva tardi alla cerimonia perché è impegnato in una riunione per predisporre l’organizzazione clandestina del partito. Il governo fascista ha emanato da alcuni mesi le leggi speciali,  il Parlamento è stato sciolto e i partiti sono stati dichiarati illegali.

 

Il viaggio di nozze li porta nel nord Italia dove Gastone con Cesare Ravera assume la responsabilità dell’Ufficio Militare del Partito con l’impegno di provare a “sovvertire” l’esercito. Incarico pericoloso al termine della gravidanza, sul finire dell’estate del 1927, Norma rientra a Forlì dove il 2 ottobre nasce Sergio.

Gli incarichi politici clandestini lo portano in Svizzera, dove incontra Togliatti. Al suo rientro in Italia, con l’intento di raggiungere Forlì per conoscere finalmente il figlioletto, il 31 ottobre in seguito ad una spiata, è arrestato a Milano, su mandato di cattura del Tribunale Militare. Durante la perquisizione della sua abitazione sono sequestrati copie di giornali da lui stesso curati: “Caserma”  e “il fanciullo proletario” e documenti sull’organizzazione delle forze armate.

 

Il Tribunale Speciale lo trasferisce nel carcere di Perugia, dove viene sottoposto a pesanti interrogatori e sevizie. Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio 1928 è trovato impiccato nella propria cella. Le autorità tentano di accreditare la tesi del suicidio, ma la moglie Norma che ha visto la salma di Gastone ha sempre sostenuto che nel collo non vi erano ecchimosi tali da far pensare all’impiccagione, mentre aveva notato  una profonda ferita sulla fronte. Anche da morto Gastone fa paura e perciò ne sono vietati sia l’affissione di manifesti funebri sia il funerale. La stessa vedova è “invitata” a non vestire abiti a lutto.

La morte di Gastone diviene un caso internazionale e nel 1936, durante la guerra di Spagna, una centuria di garibaldini viene intestata al martire antifascista cesenate. Più tardi, durante la guerra di Liberazione i gappisti romagnoli dedicano la loro  29^ Brigata a Gastone Sozzi.

 

Uno dei primi atti della Giunta Comunale della Cesena Liberata, presieduta dal fratello di Gastone, Sigfrido, fu quello di cambiare il nome di Corso Umberto I in Corso Gastone Sozzi.

 

Sono trascorsi 90 anni dalla morte di Gastone Sozzi. La Fondazione Radici della Sinistra con questo breve ricordo biografico ritiene opportuno riproporre all’attenzione dei cesenati la figura di un giovane che seppe e volle scegliere da che parte stare, nonostante i rischi che sapeva di correre e che gli costarono la vita.

Fare conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, figure come quelle di Gastone Sozzi, di Antonio Gramsci, di Don Minzoni, di Giacomo Matteotti e di altre vittime del fascismo vuole essere anche monito nei confronti di coloro che oggi vorrebbero riscrivere la storia della dittatura fascista occultandone i drammi e i lutti. La riproposizione di gruppi e organizzazioni che si richiamano al ventennio e a Mussolini non può essere sottaciuta e quindi è necessario contrastarla nel nome della democrazia e della libertà.

 

La Fondazione Radici della Sinistra nella prossima primavera, nell’ambito di una serie di conferenze sul pensiero e la figura di Antonio Gramsci, ha deciso di ricordare pubblicamente Gastone Sozzi, il giovanissimo antifascista caduto per la libertà.     

Questo post è stato letto 89 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *