Corriere Romagna, dopo tanti sacrifici è ora di rilanciare

Nuova veste grafica al quotidiano pubblicato dalla Cooperativa Editoriale Giornali Associati. Il presidente, Luca Pavarotti: «Finalmente, anche grazie a Legacoop Romagna e Mediacoop, possiamo contare sulla nuova legge»

Una nuova veste grafica per il Corriere Romagna e un impegno a progettare servizi editoriali e di supporto all’informazione innovativi: la Cooperativa editoriale giornali associati sta affrontando il 2017 con lo spirito giusto, grazie anche alle buone notizie sul fronte della legge sull’Editoria che, approvata nell’ottobre dello scorso anno, finalmente è passata alla fase esecutiva proprio in questi giorni, con l’assegnazione dell’anticipo sui contributi.

«Dopo tre anni veramente complicati a causa della drastica e repentina riduzione dei contributi – racconta il presidente di Cega, Luca Pavarotti – quest’anno abbiamo deciso di occuparci del giornale e di tutte le nostre attività editoriali con spirito rinnovato. La prima operazione è stata il cambiamento della grafica, che abbiamo curato insieme allo studio Wenceslau news design di Barcellona, al cui interno lavora un bravo grafico italiano proveniente dallo studio Cases, sempre della città catalana, famoso a livello mondiale per avere lavorato sul layout di molti quotidiani e riviste prestigiosi. Ritengo sia un buon progetto che non è solo un intervento ‘estetico’, ma influenza anche la gestione e la proposta dei contenuti».

Gli altri elementi su cui il Corriere Romagna, che esce in edicola insieme alla Stampa, sta lavorando sono un nuovo sito web e nuove politiche di processo e di prodotto collegate alla raccolta pubblicitaria e alla diffusione. «Dobbiamo adeguarci alle mutate esigenze del settore, che adesso come mai in passato risente della concorrenza “aggressiva” di altri mezzi: vogliamo recuperare spazio e lo faremo con strumenti innovativi».

La cooperativa che edita il Corriere Romagna ha 45 dipendenti, 30 dei quali sono  giornalisti, otto poligrafici e sette amministrativi: Luca Pavarotti ne è presidente dal dicembre del 2012.

Cega fa parte della rete di imprese Treseiuno, che riunisce le cooperative di comunicazione e di informatica di Legacoop Romagna. «Una realtà importante – commenta Pavarotti – che è in grado di offrire servizi informativi e di supporto all’informazione di alta qualità. Si tratta di strumenti indispensabili per contribuire a uno sviluppo moderno del territorio».

La vitalità e lo spirito cooperativo di Cega sono testimoniati dallo sforzo, coronato da successo, che i soci (ad oggi sono 43), i dipendenti, i collaboratori e i fotografi, hanno fatto in questi ultimi anni per superare le difficoltà causate da un vuoto legislativo che ha minato il futuro di molte cooperative editoriali e ha portato alla drammatica contrazione dei contributi all’editoria.

«Ora finalmente, anche grazie a Legacoop Romagna e Mediacoop, abbiamo una nuova legge che ci dovrebbe permettere di fare bene il nostro lavoro». Oltre a contribuire al pluralismo dell’informazione e a salvaguardare il principio costituzionale che riguarda il diritto dei cittadini di essere informati, la nostra richiesta era di essere messi nelle condizioni di poter fare impresa e misurarci con le nuove sfide del settore. Riteniamo molto positivo che il legislatore abbia recepito la forma cooperativa come quella che può meglio garantire i principi di autonomia e di indipendenza. Ora abbiamo di fronte uno scenario di medio periodo in cui potremo contare su risorse certe per rimettere in equilibrio finanziario l’attività e puntare allo sviluppo con nuove iniziative e nuovi progetti». Negli ultimi tre anni la Cooperativa Editoriale giornali associati, che è nata nel 1993, si è rimboccata le maniche per resistere fino all’approvazione della nuova legge: e lo ha fatto dovendo rinunciare a risorse per oltre un milione di euro.

«Cosa abbiamo fatto? Abbiamo rinegoziato tutti i contratti con i fornitori e ridotto sensibilmente i costi. I pochi colleghi giornalisti che rientravano nella casistica sono andati in pensione, mentre gli altri hanno scelto dapprima la strada dei contratti di solidarietà, poi hanno deciso, per poter lavorare a tempo pieno e garantire una migliore qualità del prodotto, di ridursi lo stipendio in maniera significativa. Anche per i poligrafici si è fatto ricorso ad ammortizzatori sociali.

Tra sottoscrizioni di aumenti di capitale, rinuncia a quote di ferie come apporto economico e riduzioni di stipendio, i soci hanno fatto grandi sacrifici per contribuire a tenere in vita la cooperativa e sono stati ripagati: da due anni il reddito operativo è in forte crescita e migliorano i principali indici di redditività, sono aumentati gli abbonamenti e le copie in edicola sono stabili. Chiudiamo il bilancio in utile, 61mila euro nel 2015 e quasi 80mila nel 2016».

a cura di Paolo Pingani

dal n.7-8/2017 della Romagna Cooperativa

 

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Paolo Pingani

Nato a Reggio Emilia nel 1957, laureato in lettere moderne all’Uni­versità di Bologna, ha insegnato italiano, storia e latino alle medie e alle superiori fino al 1988. Dal 1989 ha lavorato come giornalista al Resto del Carlino e al settimanale Qui; dal 2001 al 2011 è stato portavoce del presidente della Provincia di Ravenna. Attualmente è presidente della cooperativa ravennate di giornalisti 'Aleph'.