Sette mesi senz’acqua

Alla luce di quanto sappiamo scientificamente e stiamo sperimentando a livello planetario abbiamo il dovere di farci carico di azioni che tengano conto dei peggiori scenari di previsione e non di quelli più benevoli.

E venne il 2017.
Ci sono voluti 30 anni, ma alla fine l’anno della consapevolezza diffusa sul clima impazzito è arrivato.
Ci sono voluti 7 mesi senza piogge in larghe aree della pianura padana per rendersi conto che siamo di fronte a scenari mai visti prima.
Ci sono voluti i razionamenti idrici per la Capitale del nostro Paese per capire che l’incapacità di agire sulle strutture e sugli investimenti non saranno recuperabili neppure nel medio periodo e ci consegnano il gravoso onere di gestire un Paese fragile ed esposto agli eventi.
La tremenda siccità occupa oggi pagine intere dei grandi quotidiani, spesso a questa attenzione corrisponde poi l’immediata integrazione successiva con eventi di grandine e trombe d’aria che per la mia generazione (e per quelle precedenti) erano confinate ai film americani.
Era tutto già previsto; purtroppo fino a qualche tempo fa, a chi si arrischiava ad articolare ragionamenti di buon senso sulla necessità di intervenire suscitava soprattutto risolini di compatimento o rassegnati: ”che ci posso fare?”
Oggi il rischio più grosso è che inizi a piovere in modo continuo e diffuso.
Così che ancora una volta la miopia dell’oggi riconsegni all’oblio eventi mai visti prima come le cinque ondate di calore africano tra giugno e luglio. Non ce lo possiamo permettere.
Alla luce di quanto sappiamo scientificamente e stiamo sperimentando a livello planetario abbiamo il dovere di farci carico di azioni che tengano conto dei peggiori scenari di previsione e non di quelli più benevoli. Abbiamo il dovere di farci carico di pensieri che abbracciano i prossimi 50 (cinquanta in lettere) anni e non dei primi “100 giorni” dopo le prossime elezioni. Questa volta la mia matita copiativa peserà parecchio…

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Cristian Maretti

Cristian Maretti è direttore di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, ruolo che lo porta a vivere a cavallo tra Forlì, Bologna, Roma e Bruxelles. Su Romagnapost.it scrive di temi legati all'agricoltura e all'Europa, con un occhio particolare a come ci vedono all'estero.