Renzi parla di primarie, ma pensa a Grillo e Berlusconi

Questa mattina incontro al Verdi. Parterre gremito. Riferimenti e stoccate soprattutto agli altri partiti

È il solito Renzi quello che questa mattina ha incontrato i suoi elettori al teatro Verdi. Un parterre che, come era facile prevedere, era gremitissimo. Renzi ha confermato non solo di avere un eloquio forbito e gradevole, ma di conoscere l’arte di saper catturare l’attenzione. Non a caso in apertura ha ricordato che suo nonno è cesenate. Poi ha scambiato qualche battuta col sindaco sul Cesena.

Ma che è in forma lo dimostra il fatto che dà la netta impressione di aver smaltito la delusione (deve essere stata tanta) per la sconfitta al referendum.


Ma, soprattutto, sa che le primarie del Pd le vincerà senza problemi. E, proprio per questo, i suoi sono toni da campagna elettorale per le politiche. Si è già calato nel ruolo di leader del Pd e il suo riferimento non sono Emiliano e Orlando, suoi avversari nella competizione interna, ma Grillo e Berlusconi. Più  il primo rispetto al secondo. In pratica abbiamo avuto un anticipo di quella che sarà la prossima campagna elettorale.
Al leader dei 5Stelle non ha risparmiato stoccate sul livello di democrazia interna. E lo ha criticato per le scelte sui vaccini e sul reddito di cittadinanza. “Un governo deve creare opportunità di lavoro, non dare sussidi” ha detto.


Il tema del lavoro è stato uno di quelli affrontati nel corso dell’incontro. Lo ha fatto parlando dell’industria 4.0. Ha riconosciuto che la robotizzazione metterà a rischio molti posti di lavoro e cambierà il modo di lavorare. “È già successo con la rivoluzione industriale – ha detto -. Il problema è stato superato aprendosi ai nuovi meccanismi. Noi dobbiamo fare altrettanto. Dobbiamo governare il fenomeno, non farci travolgere”. Ha ragione. Peccato non abbia detto quali sono le sue ricette. Ha poi aggiunto, andando oltre, che le priorità saranno l’estrema “p”: povertà, periferie, pensioni. E questo è un aspetto positivo.
Mi è piaciuto, e molto, anche quando ha detto: “Il compito della politica è cambiare le cose. La politica non è urlare. È facile protestare. È più difficile lavorare per cercare di portare un pò più avanti il paese”.
Non potevano mancare i riferimenti all’Europa che deve cambiare altrimenti, ha detto, la risposta dell’Italia dovrà essere quella di smettere di versare i fondi europei. Un’Europa che è stata chiamata in causa anche sulla sicurezza. Il riferimento è al terrorismo, a partire dall’ultimo attentato. “Serve – ha detto Renzi – una risposta unitaria. Dobbiamo fare fronte comune, non andare ognuno per conto suo”.
Sul terrorismo poi ha fatto un ulteriore affondo: “Ci vogliono terrorizzare. È un tentativo devastante al quale dobbiamo rispondere”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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