Più spazio ai Quartieri

Non devono essere dei mini comuni, ma luoghi che favoriscono la partecipazione per programmare gli interventi nel territorio. C'è tanto da fare. Non solo per i lavori pubblici

Più spazio ai Quartieri. A Cesena le Circoscrizioni hanno una potenzialità enorme, ma ho l’impressione che ancora non siano state sfruttate in maniera adeguata. Soprattutto possono essere i veri presidi sul territorio del quale hanno il polso della situazione e ne conoscono le esigenze. Quindi possono diventare un punto di riferimento per i residenti. L’importante è non farle diventare un Comune in dodicesimi, ma un luogo dove dare spazio a chi vuole impegnarsi per comunità. È chiaro, una struttura ci deve essere, altrimenti sarebbe l’anarchia.

 

A Cesena, l’introduzione dei Quartieri​ risale alla metà degli anni Settanta. Ma allora si poteva parlare quasi di Consigli di frazione. La situazione era talmente frazionata che la competenza territoriale era molto limitata, troppo. Poi si è arrivati agli attuali dodici. Negli ultimi venticinque anni più di una volta si è parlato di una riforma che avrebbe dovuto riguardare anche il numero. Una delle ipotesi era di ridurli a cinque. Per fortuna, a mio avviso, il numero non è stato ridotto. Se fosse successo si sarebbe snaturato il ruolo dei Quartieri: la riforma avrebbe portato alla nascita creati di mini comuni, dei quali non si sarebbe sentita la necessità (sarebbero stati solo dei mini luoghi di potere) e, soprattutto, si sarebbe perso il rapporto con il territorio.

È questa la vera forza della Circoscrizioni. Conoscendo a menadito la loro zona di competenza sanno sempre e comunque quello che bisogna fare sia sul fronte dei lavori pubblici che della sicurezza stradale. Su questo fronte, ad esempio, nelle campagne ci sono tanti incroci pericolosi e solo chi vi risiede può indicare come e dove si deve intervenire. Stesso discorso per le manutenzioni. Sono i singoli Consigli che sanno esattamente quali sono le emergenze primarie.

 

C’è da dire che non siamo all’anno zero. Sulla programmazione i Quartieri non solo vengono contattati, ma sono anche ascoltati. Si potrebbe però pensare ad un “decentramento” sempre più spinto che, naturalmente, non vada oltre le opere di Quartiere. Una programmazione che sarebbe solo tecnica. Quella economica deve restare esclusiva del Comune. Però bisognerebbe allargare un po’ le maglie. Il regolamento prevede che tutte e dodici i consigli  possano presentare proposte per la realizzazione di opere pubbliche nel territorio di riferimento per un quota pari al venti per cento del piano investimenti del Comune. Una percentuale che potrebbe tranquillamente aumentare.  

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

A loro volta le Circoscrizioni dovrebbero però decidere non nel chiuso di una stanza,  e ma sulla base del coinvolgimento dei residenti. Nell’epoca 2.0 è del boom dei social network tornare al sano confronto quasi porta a porta sarebbe un’esperienza molto più importante e un esempio di  democrazia diretta molto più utile di quella che invece viene esaltata ma che, spesso, fa più guasti che altro.
Stesso identico discorso è da fare per era quanto riguarda le iniziative legate al tempo libero/cultura e per i giovanissimi. Sotto questi aspetti ci sarebbe veramente tanto da fare. E, spesso, le idee, la conoscenza del territorio e la volontà di mettersi al servizio della comunità hanno un valore inestimabile.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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