La Segavecchia a Forlimpopoli: tra storia e tradizione, tra sacro e profano

DAL 18 AL 26 MARZO A FORLIMPOPOLI C’È LA SEGAVECCHIA
STORIA E TRADIZIONE, SACRO E PROFANO DA OLTRE 4 SECOLI SI FONDONO NELLA CLASSICA FESTA DI METÀ QUARESIMA


Manca meno di un mese all’avvio della Segavecchia e a Forlimpopoli già fervono i preparativi. La classica festa di metà Quaresima si svolgerà da sabato 18 a domenica 26 marzo 2017 nelle strade e nelle piazze della bella cittadina romagnola, situata tra Forlì e Cesena, ai piedi della collina di Bertinoro.

Il segreto del successo della Segavecchia, “Segavecia” in dialetto romagnolo, sta nel mistero e nella magia che le aleggia intorno. Le sue origini, infatti, si perdono nella notte dei tempi. Anche se alcuni documenti ne attestano l’esistenza già nel XIV secolo, le sue radici sembrano ancora più lontane e sarebbero da ricercare negli antichi riti celtici della vita-morte-vita e nelle feste del mondo rurale. La Vecchia “segata” rappresenterebbe la fine dell’inverno e il ritorno della primavera, carica di frutti e doni per gli uomini. Alcuni antropologi identificano con il termine “Vecchia” l’ultimo covone mietuto, e ritengono che questo nome corrisponda, in realtà, al sacrificio dell’ultimo covone e che vada perciò a collegarsi al ricordo di atavici riti agrari. Altri studiosi accreditati sostengono che la Vecchia altro non sarebbe che il simbolo della Terra che, dopo il gelo dell’inverno, si riapre e si prepara a produrre i suoi frutti. Lo squarcio prodotto nel ventre della Vecchia annuncia e prepara il parto della Terra, gravida di frutti e raccolti.

Una leggenda più vicina a noi nel tempo narra che a una giovane sposa, trovatasi incinta in tempo di Quaresima, venne voglia di mangiare un salsicciotto. Tanta era questa voglia che “se lo trangugi ancora crudo tutto intero”, peccato grave in periodo di astinenza dalla carne, per il quale la donna sarebbe stata condannata a morte per stregoneria e per questo segata a metà da due boia incappucciati.

Fatto sta che nessuno oggi sa indicare quale sia stata la prima edizione di una delle feste più antiche della Romagna. In un raro documento conservato presso le Raccolte Piancastelli si parla di “…segare la Vecchia due volte sessagenaria e arcidecrepita ne la segata di strada maggiore…”. Dal documento, datato 17 marzo 1667, si evince che, a quell’epoca, la Vecchia era già “due volte sessagenaria”. Ciò significa che l’origine della Segavecchia di Forlimpopoli risalirebbe quantomeno al 1547, ovvero a oltre quattro secoli e mezzo fa!

Anticamente la Vecchia di Forlimpopoli veniva posta ritta sul carro che la portava al supplizio, successivamente fu messa in posizione seduta, con fuso e rocca nelle mani. Un tempo, prima di morire, lasciava un testamento in dialetto, trascritto su un giornaletto locale che usciva per l’occasione e in cui venivano presi in giro i personaggi caratteristici del paese.

Oggi la Vecchia è rappresentata da un enorme fantoccio alto fino a cinque metri che, sotto i tratti tradizionali di un’anziana donna curva e grinzosa, personifica la Quaresima e le privazioni che originariamente la caratterizzavano.

Il fantoccio della Vecchia, un tempo semplice, nelle ultime edizioni è diventato più tecnologico: muove braccia e occhi e si piega a destra e a sinistra verso la folla. Nelle due domeniche della festa, la Segavecchia viene fatta sfilare per le strade della città, seguita da un corteo di carri allegorici e di maschere che l’accompagnano al patibolo. Ancora oggi, prima di essere “giustiziata”, una voce fuoricampo le legge l’atto d’accusa in prosa aulica e goliardica. La sentenza di morte ricorda anno dopo anno il grave peccato da lei commesso in periodo quaresimale. L’enorme fantoccio di cartapesta viene poi tagliato da due boia incappucciati che impugnano un’enorme sega a quattro mani, simulando grande fatica. Al termine del rito, la testa e il busto della Vecchia si rovesciano all’indietro e dal corpo squarciato a metà, esce una cascata di dolciumi e giocattoli per la felicità di tutti i bambini accorsi ad assistere all’antico rituale.

La festa, patrocinata dal Comune di Forlimpopoli, è organizzata dall’Ente Folkloristico e Culturale Forlimpopolese, un’associazione, attiva tutto l’anno, che si occupa della gestione della festa di fine inverno.

La Segavecchia è patrimonio collettivo dei forlimpopolesi, delle associazioni, dei gruppi e di tutti coloro, tra cui forze di Pubblica Sicurezza e Protezione Civile, che concorrono alla sua buona riuscita.

La Segavecchia invita tutti a Forlimpopoli dal 18 al 26 marzo 2017.
Per agevolare l’affluenza l’ingresso alla festa sarà a offerta libera.
Per contatti: segavecchia@segavecchia.it

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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