Promossi e bocciati del 2016

Premiato chi ha avuto una capacità di dialogo che non è sinonimo di inciucio, ma una chiara volontà di mettersi continuamente in discussione

Il 2016 è terminato da poco. Nonostante le vacanze natalizie siano finite e l’attività lavorativa sia ripresa a pieno ritmo è ancora tempo di bilanci. Per questo ho cercato di fare un’analisi di chi ha dato di più o di meno. Ovviamente non è un calcolo matematico. Sono valutazioni singole dettate dal mio modo di vedere e interpretare la vita. Io sono sempre stato contrario a qualsiasi forma di estremismo. Sia in politica che in tutti i settori della vita si deve essere dialoganti. Bisogna essere di lotta e di governo. Sia chiaro, dialogare non significa inciuciare, ma confrontarsi. Non è detto, poi, che un sano, articolato e dibattuto confronto debba portare ad un accordo. Se così non fosse ognuno resterebbe sulle sue posizioni difendendole. Del resto è la storia stessa che dimostra che anche i più oltranzisti con il passare del tempo si collocano in posizioni più moderate. I 5Stelle sono un esempio e non sarà nemmeno l’ultimo. Innanzitutto dialogo che è necessario in ogni città, ma che a Cesena, in questo momento storico, è fondamentale. Sul fronte dell’imprenditoria non c’è ancora stato il cambio generazionale che prima o poi sarà inevitabile. I fondatori di fatto sono ancora al timone del comando. C’è poi una situazione del credito tutta particolare: con la crisi di Brc e Cassa di Risparmio in poco tempo si è depauperato una notevole fetta del patrimonio rappresentato dalle banche locali. Adesso la presenza è molto bassa con tutti i problemi che questo può causare a un territorio fatto quasi esclusivamente da piccole e piccolissime aziende.

Ebbene, è proprio partendo da quelle che sono le mie convinzioni che ho distribuito i pollici alti e quelli versi.

Promossi

Corrado Augusto Patrignani. Dopo anni da pasdaran dei parcheggi ha riattivato il confronto con il Comune facendo uscire l’Ascom da quell’isolamento in cui lui stesso l’aveva messa. Adesso deve consolidarsi con delle scelte programmatiche.

Gilberto Zoffoli. L’anima del centrodestra non estremista e non schiacciata sul movimento 5Stelle. È colui che interpreta nel modo migliore i moderati, elettori che chiedono che non siano fatti sconti al sindaco, ma che non si stia sull’Aventino.

Paolo Lucchi. Il progetto del nuovo ospedale di per sé giustifica la promozione. Ma a promuoverlo è stata la città. Il 54 per cento dei Sì al referendum sono un attestato di stima dei cesenati verso la guida del Comune. Un risultato molto importante arrivato quando il sindaco era sotto scacco per il caso Dionigi e per i profughi di Borello. A questo punto forse i suoi avversari farebbero bene a ripensare alla loro strategia.

Renzo Piraccini. I grandi risultati della fiera (successo di Macfrut, sbarco del Gambero Rosso e inaugurazione dei rinnovati padiglioni di Pievesestina) parlano da soli. Ha confermato di essere non solo un manager illuminato, ma anche una grande ricchezza per la città.  Chapeau.

Lorenzo Tersi. È un mio amico e corro il rischio di non essere obiettivo. Però la citazione la meriterebbe solo per il ruolo di primissimo piano (è nel cda della fiera) svolto per portare il Gambero Rosso a Cesena, una delle operazioni più importanti, a mio avviso, fatte negli ultimi anni. Ma l’aspetto più interessante è che sta diventando sempre più un punto di riferimento per la nuova economia, quella emergente.

Pollice verso

Graziano Gozi. Sono stato molto indeciso. Non tanto perché resta una persona della quale nutro una stima profonda, ma perché gli va ascritto il merito di continuare a far crescere il Festival del Cibo di strada. Il successo ottenuto nell’ultima edizione poteva valergli la promozione. Però ho l’impressione che abbia lasciato una prateria a Patrignani e Piastra (Ascom). Ed allora do a Graziano il pollice verso per stimolarlo a riprendersi quello spazio che può occupare grazie alle sue capacità.

Stefano Spinelli. Ha scelto l’aventino e ha scontentato Cielle. in politica ci sono tante regole non scritte. Una di queste è essere in sintonia con i propri elettori e non credo che Cielle gradisca le posizioni oltranziste che Spinelli ha scelto di tenere.

Marcello Borghetti. Non è facile sostituire un monumento come Giuliano Zignani che ha sempre avuto la capacità di essere di lotta e di governo. I suoi rapporti con il Comune erano sempre in altalena. Quasi sulle montagne russe. Però, anche nei momenti di maggiore tensione non ha mai rotto i rapporti. A parte la difesa dei dipendenti pubblici e di Geometri, l’impressione è che Borghetti abbia spinto la Uil su posizioni meno dialoganti. È questo, dal mio punto di vista, è un errore. Non bisogna cadere nell’errore di ritenere il dialogo una forma di consociativismo. Si può dialogare e restare su posizioni diverse e contrastare con fermezza l’avversario.

Luigi Di Placido. Ha l’ingrato compito di occupare lo spazio che era di Denis Ugolini. Per riuscirci ci vorrà molto tempo e non è detto che ci riesca del tutto. Per ora è indietro. Ma il pollice verso ha un’altra motivazione. Riguarda le critiche per la festa in piazza di Capodanno. E con Di Placido ci metto tutti coloro che continuano a criticarla. La festa non è andata bene. Non è un segreto ed era giusto segnalarlo. Però si continua a battere su questo tasto. Chi lo fa ha l’obiettivo di colpire di Lucchi. Il problema è che la festa, come sempre, è stata organizzata da volontari. Il Comune non c’entra niente. Però continuando a girare il coltello nella piaga di finisce per colpire Vivere il Tempo e, in particolare, Raniero Faedi che da almeno venticinque  anni si impegnano volontariamente per dare un contributo alla città. Per spirito di servizio. Sono persone eccezionali che hanno dato tanto senza mai chiedere niente. Quello di San Silvestro è il primo flop in almeno cinque lustri. E di questo ne stanno già soffrendo. Perché loro quando organizzano qualcosa vorrebbero che fosse un successo, ma non per guadagnarci. Non ha mai preso un euro. Non è quindi giusto metterli alla gogna per quello che è successo. Se, legittimamente, volete attaccare il sindaco fatelo, ma su altri argomenti. Ce ne sono tanti a cui appigliarsi. Chiedo scusa se con quest’ultima analisi non mi sono occupato solo del 2016, ma ho sforato nel 2017.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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