Il Montefiore Conad non è solo un semplice Centro commerciale

Cosa porta un Centro commerciale a non essere un semplice ‘contenitore’ per consumatori? È la domanda che si è posta Cia-Conad nel momento in cui ha pensato a cambiare volto al Centro Montefiore di Cesena. La risposta era a portata di mano ed è quella che si è data il colosso della grande distribuzione: essere un elemento insostituibile, destinato a diventare quindi ‘tradizionale’, del centro storico. Contribuendo allo sviluppo e, ancora meglio, al benessere di chi il centro storico lo fa vivere ogni giorno, i cittadini.

Come ha affermato l’amministratore delegato di Cia-Conad, Luca Panzavolta «Il rilancio del centro Montefiore potrà dare impulso all’ intera città di Cesena, ponendosi in un rapporto virtuoso di integrazione con il centro storico. Montefiore e centro di Cesena rispondono ad abitudini di spesa e a servizi complementari, in una sinergia che potrà andare a beneficio di tutta la comunità».

I numeri di questo sforzo sono consistenti: un investimento di 40milioni di euro che produrrà, una volta entrato a pieno regime, più di cento nuove assunzioni. Il tutto, come previsto dal progetto di Delio Corbara, aumentando al superfice del superstore Conad da 2.500 a circa 4.000 metri quadri, che al proprio fianco accoglierà tre nuove superfici di media dimensione, che non saranno destinate a esercizi alimentari (punto vendita Unieuro, un negozio di abbigliamento che tratterà anche marchi internazionali, un negozio di calzature). Inoltre verrà realizzata una nuova area per la ristorazione e saranno ospitati anche negozi di vicinato.

 

Ma la nuova vocazione del Centro di via Leopoldo Lucchi di punto di riferimento del tessuto cittadino non si ferma alla nuova funzione commerciale ‘inclusiva’. Infatti è stato firmato con le istituzioni locali un accordo di programma per costruire una nuova caserma dei Carabinieri, un edificio da 5,5 milioni di euro, che verrà ceduto gratuitamente all’amministrazione comunale. Un accordo, fortemente voluto da Cia-Conad, che prevede anche un contributo di 250mila euro per l’arredo urbano in centro e oltre un milione di oneri di costruzione.

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Paolo Pingani

Nato a Reggio Emilia nel 1957, laureato in lettere moderne all’Uni­versità di Bologna, ha insegnato italiano, storia e latino alle medie e alle superiori fino al 1988. Dal 1989 ha lavorato come giornalista al Resto del Carlino e al settimanale Qui; dal 2001 al 2011 è stato portavoce del presidente della Provincia di Ravenna. Attualmente è presidente della cooperativa ravennate di giornalisti 'Aleph'.