90 anni si spegneva a Forlì Angelo Masini, il “Tenore angelico”

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Angelo Masini nacque a Forlì il 27 novembre 1844, figlio di Stefano e Maria Zoli, a quel tempo non ancora coniugati. Secondo le leggi dello Stato pontificio, senza che padre e madre lo avessero abbandonato, il neonato fu dichiarato “esposto” a prescindere dall’effettiva notorietà dei genitori. A dicembre il piccolo fu dato in affidamento a una balia e, a febbraio dell’anno dopo, fu consegnato a Teresa Farneti, in una casa di San Martino in Strada, presso la quale visse per più di cinque anni.
Il 24 ottobre 1850 fu riconsegnato ai genitori, i quali nel frattempo (5 febbraio 1848) si erano regolarmente uniti in matrimonio.
Il padre, che lavorava come calzolaio, prese con sé il figlio a bottega per avviarlo al mestiere.
Nonostante tutto ciò, Angelo Masini divenne indiscutibilmente uno dei massimi tenori di tutti i tempi. Questo avvenne grazie all’intervento di un’insegnante forlivese, Gilda Minguzzi, soprano a fine carriera, che gli fece scoprire la sua vocazione, strappandolo dalla strada dove il giovane Masini faceva il ciabattino col soprannome di “Turchet”. In cinque anni appena, la Minguzzi riuscì a prepararlo, trasformandolo nel grande tenore che di lì a breve avrebbe calcato i palcoscenici di mezzo mondo.
In questo periodo Masini conobbe Annunziata Clabacchi, anch’ella di modestissime origini, che sposò il 13 ottobre 1864 e dalla cui unione nacquero Francesco (1865) ed Edgardo (1870).

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Angelo Masini debuttò, nell’aprile del 1868, a Finale Emilia nella “Norma” di Vincenzo Bellini. Fu poi scritturato dal celebre impresario Scalaberni, con un contratto triennale che avrebbe dovuto iniziare con “La Favorita” al Comunale di Bologna. Il giovane Masini non seppe però vincere l’emozione di trovarsi al fianco di grandi artisti e per questo venne sostituito. Sconfortato si trasferì a Milano, dove si perfezionò alla scuola del baritono Francesco Massiani che gli fece riacquistare piena fiducia nelle sue capacità.
Si fece quindi notare a Bologna nel “Dom Sébastien” di Gaetano Donizetti. Nel 1874 riscosse grande successo a Firenze con l’”Aida” e l’anno seguente trionfò a Parigi, Londra e Vienna con il “Requiem” di Giuseppe Verdi nella tournee a cui prese parte. In Romagna cantò per la prima volta al Teatro Comunale di Forlì, nella primavera del 1882.

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Per via della sua voce purissima fu soprannominato il “Tenore angelico”. Purtroppo non esistono registrazioni fonografiche della sua splendida voce, anche se innumerevoli testimonianze concordano nel descriverla mediamente potente ed estesa, essendo inoltre lievemente velata, riusciva ad assumere un timbro particolarmente dolce. Di lui soleva dire Giuseppe Verdi: “È la voce più divina che abbia mai sentito: è proprio come un velluto”.
Nel corso della sua lunga carriera collezionò un vastissimo repertorio di ruoli, in tutto all’incirca 107.
Dalla metà degli anni Settanta in poi Masini cantò raramente in Italia. Molto ammirato universalmente, calcò i più grandi teatri del globo, dall’Europa al Sud America. In particolare in Russia fu onorato della qualifica di cantante di corte e cantò per sedici stagioni a Mosca e per ventisette a San Pietroburgo.

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I primi segni del declino iniziarono a manifestarsi intorno al 1895, tuttavia Masini si esibì ancora per un decennio. Salì sul palco per l’ultima volta nel 1905 a Parigi per interpretare “Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini.
Dopo avere accumulato nel corso della sua carriera una vera e propria fortuna, amministrata con particolare attenzione, Masini si ritirò a Forlì in condizioni di grandissima agiatezza. Passionale ed emotivo sul palcoscenico, riservato e schivo nella vita privata, dedicò gli ultimi anni della sua vita ad atti benefici. Morì a Forlì il 28 settembre 1926. Nella città natale, grazie a un suo cospicuo lascito ereditario di cui beneficiò il Comune, venne fondato il Liceo musicale che, ancora oggi, porta il suo nome.

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CON IL NASO ALL’INSÙ

A Forlì, al numero 24 di via Carlo Cattaneo, si trova la casa natale di Angelo Masini. Sulla grande lapide a lato della porta d’ingresso si legge:
IN QUESTO LUOGO DEL POPOLARE BORGO SCHIAVONIA / SULLE ALI DIVINE / DEGLI ANGELI MUSICANTI DEL MELOZZO / S’IMPERSONAVA NEL NOME DI / ANGELO MASINI / LO SPIRITO CELESTE DEL CANTO / FRA I MASSIMI TENORI DEL SUO TEMPO / VOCE SOVRANA DI PARADISIACA BELLEZZA / A IMPERITURA FAMA CONSACRATA / SULLE SCENE LIRICHE D’EUROPA E SUDAMERICA / REGALMENTE MUNIFICO ALLA CITTA’ E ALLA PATRIA / QUI NASCEVA IL 27 NOVEMBRE 1844 / I FORLIVESI / nel CLX dalla nascita
Sempre a Forlì, al numero 107 di corso della Repubblica, si trova il palazzo che fu dimora del tenore, recentemente restaurato su progetto dell’architetto Marcello Balzani.
Nel 1881 Masini si trasferì in questa residenza signorile di Borgo Cotogni che comprendeva anche gli orti retrostanti. L’edificio, originariamente composto da almeno quattro case a schiera, acquisì l’attuale conformazione unitaria proprio sul finire dell’Ottocento.

(Tratto da “Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento” volume 2 di Marco Viroli e Gabriele Zelli)

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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