Il Post Expo che ci serve

A qualche mese dalla effettiva partenza del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna con i bandi relativi all’agroambiente, all’innovazione e agli investimenti, è già possibile fare alcune prime valutazioni.
La scelta di caricare molta della spesa pluriennale dei principali bandi sul 2016 ha trovato un ambiente imprenditoriale immediatamente disponibile a presentare progetti e domande di finanziamento.
Non è una novità per la nostra regione; i fondi europei sono sempre stati spesi tutti, anzi nelle due programmazioni precedenti si sono anche spesi soldi di altre regioni non particolarmente virtuose.
Questo dinamismo e vitalità del sistema agroalimentare è un elemento positivo, che stimola la competizione e a fare meglio per dare un contributo reale a far sì che l’Italia non debba, malgrado tutto, come è capitato l’ultima volta, restituire oltre 100 milioni di fondi comunitari non spesi.
Le imprese che presentano progettazione di alto livello non devono però rimanere frustrate dalla mancanza di finanziamento del primo anno, perché le eventuali redistribuzioni nazionali tra regioni virtuose e non virtuose è una prospettiva troppo lontana.

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Il 2016 non è un anno normale, viene dopo i sei mesi di Expo 2015 a Milano in cui la “narrazione” ha avuto come focus l’agricoltura sostenibile e durevole, l’innovazione e la competitività del sistema agroalimentare.
I risultati dei primi bandi ci dicono che questi messaggi sono stati fatti propri dal sistema imprenditoriale agricolo e cooperativo dell’Emilia Romagna. Con investimenti di nuove superfici a produzione integrata e biologica, con numerosissimi Gruppi Operativi per l’Innovazione e con investimenti in competitività progettati per oltre tre volte la disponibilità della misura.
Ora, alla “narrazione” milanese devono seguire atti concreti di appostamento di risorse nazionali aggiuntive per il settore, almeno per le prossime tre finanziarie. Solo così potremo dire di saper raccogliere degnamente i frutti dell’evento Expo in maniera coordinata e strutturata.

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Cristian Maretti

Cristian Maretti è direttore di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, ruolo che lo porta a vivere a cavallo tra Forlì, Bologna, Roma e Bruxelles. Su Romagnapost.it scrive di temi legati all'agricoltura e all'Europa, con un occhio particolare a come ci vedono all'estero.