Peschi Sardex nella rete

Si chiama Sardex e in poco più di tre anni e mezzo di vita è diventato un caso internazionale, al punto che se ne sono interessati il New York Times e il Financial Times. La moneta complementare ideata da quattro giovani sardi nel 2015 ha dato vita a un circuito di 3 mila 200 imprese (800 sono in lista d’attesa) e prodotto transazioni per oltre 100 milioni di euro. Prendendo spunto dallo svizzero Wir, che nel paese elvetico si stima possa muovere un giro d’affari pari al 2% del Pil,  il Sardex è una risposta alla crisi. Incide  sulla drammatica mancanza di liquidità delle imprese e punta a sviluppare l’economia locale. Non è una moneta reale, ma virtuale. Le aziende che si associano pagano un abbonamento annuo e in cambio entrano in una rete commerciale e beneficiano di alcuni servizi.
In passato la Banca d’Italia ha stroncato la diffusione di monete “alternative” e locali, come l’Eco-Aspromonte. Stavolta i fondatori del Sardex hanno presentato il progetto in via Nazionale e dicono di aver ricevuto risposte favorevoli.
In poco tempo sono nati altri otto circuiti in Italia, cui hanno aderito 2 mila 500 imprese. In Emilia-Romagna da un anno è attivo il Liberex (www.circuitoliberex.net) che ha aperto 130 conti e innescato scambi per 600 mila euro. I promotori insistono sul fatto che, poiché  i pagamenti sono immediati e non esistono interessi in Liberex, la circolazione della moneta complementare è 5-10 volte superiore all’euro.
Per ora il sistema è rivolto alle aziende, gli step successivi saranno il coinvolgimento dei consumatori e della pubblica amministrazione. Altro progetto  di notevole interesse è Arcipelago Scec (Solidarietà Che Cammina), che però non è una moneta complementare, ma un sistema “non profit” di buoni sconto che ha l’obiettivo di risollevare le economie locali. Si stima che allo Scec siano associate oltre 30 mila aziende e professionisti.
Esperienze simili esistono in molti altri Paesi, per esempio in Grecia dove stanno mettendo una pezza significativa al tracollo economico. La base su cui si reggono queste iniziative si riassume in una sola parola: fiducia. Perchè abbiano successo occorre che i partecipanti si fidino degli altri aderenti. Una scommessa che non parla solo al portafoglio, ma anche al cuore.

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