Cesena, camminate e qualità della vita

Una città moderna si misura sulla qualità della vita di cui la camminabilità è solo un elemento. È per questo che condivido solo in parte l’ultima nota che Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, ha affidato a Facebook. Lucchi è un bravo sindaco, ma non sopporta le critiche. Va detto che un po’ tutti siamo così. Alzi la mano chi è contento quando sente muovere degli appunti al proprio lavoro. Lui, però, reagisce cercando sempre di fare più uno. Essendo una buona penna, oltre che una persona preparata, gli riesce abbastanza bene.
Così ha fatto nell’ultimo fine settimana. A fargli armare la Bic (la nota poi è stata firmata anche dall’assessore, ma a scriverla è stato solo il sindaco) è stato il comitato che si batte contro la chiusura del parcheggio di piazza della Libertà. Va detto che personalmente sono favorevole alla pedonalizzazione. Del resto è una posizione che porto avanti da molti anni, fin da quando Paolo Lucchi era segretario della Confesercenti ed era un pasdaran della sosta, non a livelli di Patrignani, ma quasi. L’importante è che nel nuovo spazio vengano calendarizzate iniziative per fare in modo che non si crei una cattedrale nel deserto tipo il giardino pubblico o via Cesare Battisti.
Sabato scorso il comitato è intervenuto criticando il sindaco e le sue scelte, soprattuto, ma non solo, sulla sosta. Apriti cielo. È facile immaginare che la lettura dei giornali lo abbia mandato su tutte le furie facendogli rizzare i capelli e obbligandolo, quindi, a spendere un capitale nel gel per rimetterli in piega. Per lui è stata come una sfida a singolar tenzone. E l’ha raccolta subito, anche perché non aveva potuto scaricare la tensione con la corsa quotidiana. Quella che fa quasi tutte le mattine, all’alba, e nella quale è sempre in competizione anche con se stesso.
Ed ha risposto al comitato, senza mai citarlo (tattica imparata fin da quando era uno degli elementi di spicco dei giovani comunisti) con il consueto eloquio brillante e sostenendo che una città moderna si misura soprattutto sulla camminabilita’. E per confortare la sua tesi cita un sistema di misura ormai calcolabile anche con una app. Io, tecnologicamente molto più ignorante (anzi, fermo all’età della pietra), però dissento. Almeno in parte.
Va premesso che Lucchi ha ragione. La camminabilita’ è un elemento importante per un centro storico. E ancor di più per una bomboniera come Cesena. Ma, l’elemento principe è la qualità della vita che è composta da tutta una serie di elementi. E va riconosciuto che a Cesena è molto alta. Tante città vorrebbero essere allo stesso livello.
Però l’impressione è che manchi qualcosa. Non solo per far star meglio i cesenati. Ma per valorizzare quel centro storico che è semplicemente stupendo.
Prendiamo, ad esempio, l’asse piazza del Popolo e piazza Amendola. È un angolo di paradiso che potrebbe essere utilizzato di più. Ma servirebbe qualche attrazione. Niente di particolarmente costoso o rumoroso. Si potrebbe pensare a dei gazebo con pianobar o cose simili che si ammutoliscono non oltre le 23,30. Naturalmente gli amplificatori non dovrebbero essere sfruttati al massimo. Le serate potrebbero essere alternate da degustazioni (cibo, frutta, vino e tutto quello che stimola la gastrolibidine delle persone), sfilate di moda oppure talk show snelli e su temi di stretta attualità, non solo cittadina. Non sarebbero iniziative a costo zero, ma non metterebbero certo in ginocchio le finanze comunali. Spesso la forza delle idee ha più spinta del portafoglio. Di sicuro sarebbero serate gradite ai cittadini e contribuirebbero a valorizzare il centro storico, ma anche ad aumentare quella qualità della vita di cui sopra.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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