Cesena: colpo di spugna sulle aree edificabili

A Cesena si avvicina a grandi passi l’approvazione definitiva della Variante di Salvaguardia. La giunta ha dato il via libera alla proposta di delibera che verrà sottoposta al voto del Consiglio comunale e già la prossima settimana potrà partire l’esame propedeutico da parte della commissione consiliare.

L’atto rispecchia fedelmente l’impostazione strategica da cui è scaturito: limitare il consumo di suolo, ridurre le nuove previsioni urbanistiche allo stretto necessario, trasformare e recuperare l’esistente; incentivare la rigenerazione urbana. Dopo l’approvazione della variante ritorneranno ad un uso agricolo un milione 280 mila metri quadri che nel Prg 2000 erano previsti come edificabili, che si aggiungeranno ai 20 ettari di aree edificabili già eliminati con le precedenti varianti del 2010 e del 2012. Ma non è finita qui: con la ripubblicazione di una parte della Variante (necessaria per uniformare alcuni procedimenti e semplificarne altri) verranno candidati all’eliminazione circa altri 600 mila metri quadri.
È stato l’avvio, nel 2013, del percorso preparatorio verso il nuovo Piano strutturale ad innescare l’iter della Variante di Salvaguardia.
La verifica dello stato di attuazione del Prg 2000, a 12 anni dalla sua entrata in vigore, ha evidenziato che il 57 per cento delle previsioni edilizie in esso contenute – relative a 290 ettari, su cui sarebbero dovuti sorgere circa 1.800 nuovi alloggi e circa 150 nuovi capannoni – sono ancora al palo.
“Questi dati – ricordano il sindaco e l’assessore Moretti – ci hanno indicato inequivocabilmente che le previsioni di quel Piano erano decisamente sovrabbondanti, e che per il futuro occorreva elaborare un nuovo modello di sviluppo e una nuova e diversa visione di città: non più espansione a tutti i costi e moltiplicazione delle aree produttive, nell’idea che questa fosse la condizione imprescindibile per attirare aziende da fuori e favorire la diminuzione dei costi, ma un’attenzione specifica alla riduzione del consumo di suolo, alla rigenerazione urbana, al recupero dell’esistente. E per preparare le condizioni più adeguate a queste scelte, ci è sembrato che l’unica strada da seguire fosse quella di una Salvaguardia che riducesse le previsioni del Prg vigente, voltando decisamente pagina”.
In effetti il panorama edilizio di Cesena è completamente cambiato. La crisi ha solo dato il colp di grazia ad una situazione che stava diventando pesante. Per tanto, troppo tempo, si è costruito molto di più delle reali richieste. Molti acquisti venivano fatti da investitori che vedevano il mattone sia come bene rifugio, ma anche come investimento redditizio anche a medio termine. Una situazione che difficilmente avrebbe potuto proseguire nel tempo e che la crisi ha contribuito a far esplodere.
Il mercato si è bloccato quasi di colpo lasciando le aziende con molto invenduto e le banche che chiedevano il rientro. Molti degli immobili poi sono finiti in pancia agli istituti di credito che però hanno le stesse difficoltà di ricollocazione.
E sul futuro (prossimo, ma anche abbastanza remoto) non è che le previsioni siano stupende. La richiesta difficilmente tornerà a correre e solo per smaltire l’invenduto servirà molto tempo.
Inevitabilmente questo dovrà essere uno degli elementi ispiratori del nuovo piano strutturale che non potrà non prescindere dal tema della riqualificazione che, forse, doveva essere dominante anche in nel recente passato.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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