Marco Di Maio: il pluralismo va tutelato con il sostegno pubblico

dimaio-renzidi GAETANO FOGGETTI
FORLÌ. «Il pluralismo dell’informazione è un patrimonio che va preservato, rispettandone ispirazione culturale, linguaggi e mezzi utilizzati». A sostenerlo con forza è il giovane deputato forlivese del Pd Marco Di Maio, che interviene nel dibattito sui contributi pubblici all’editoria. Valutazione figlia anche di un passato da “addetto ai lavori” sia nelle vesti di collaboratore di un giornale locale e, successivamente, in quelle di ideatore di un sito internet di informazioni, fino a diventare presidente nazionale dell’Anso, che rappresenta la stampa on line. Esperienze che lo portano a ritenere «imprescindibile una forma di contributo pubblico agli organi di informazione che rispettino i parametri previsti dalla normativa». Dibattito questo che, ammette, paga il dazio di «essere stato affrontato spesso in termini populisti e demagogici, a fronte di una pressione mediatica e popolare analoga a quella che ha portato a cancellare totalmente ogni forma di contributo ai partiti politici. Riforma che ho condiviso ma che, indubbiamente, rende questi ultimi condizionabili dal mega imprenditore di turno».
Sul futuro, però, apre una ragionevole speranza a beneficio di quelle realtà cooperative, non profit e diocesane che editano quotidiani e periodici. «Sono convinto che anche il Governo non sia per l’azzeramento totale del fondo per l’editoria, erogando i contributi a chi legittimamente ne ha diritto. Anche in questo ambito si paga, purtroppo, lo scotto di situazioni intollerabili del passato».
«Certo è – sottolinea – che i tagli retroattivi a contributi già determinati sono penalizzanti al massimo per chi ha chiuso i propri bilanci. L’impegno, come ha ricordato il collega Bruno Molea, è quello di elaborare un quadro normativo che dia più stabilità agli editori e chiarezza interpretativa. Su questo fronte credo che anche i parlamentari locali si impegneranno a sensibilizzare il Governo».

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E poi l’analisi, nazionale e locale. «L’Italia non è pronta, e non lo sarà mai, a lasciare il cartaceo a beneficio del web. Siti on line e quotidiani hanno diversi lettori e differenti esigenze da soddisfare: i primi l’immediatezza della notizia, i secondi il suo approfondimento più critico e ragionato. Non a caso il mix ideale per un quotidiano è quello della sinergia col proprio sito. Io stesso quando sono a Roma sfrutto l’I-pad per fare rassegna stampa»
Il pluralismo, poi, resta un valore inalienabile per il territorio locale. «Arricchisce il cittadino con chiavi di lettura diverse e maggiori informazioni e, al contempo, conferisce alle istituzioni maggiori strumenti per conoscere la realtà locale, comunicare alla popolazione e capirne i bisogni più autentici».

(intervista apparsa sul Corriere Romagna del 17/1/2015)

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