Piadina romagnola IGP, un’opportunità che adesso bisogna sapere cogliere

Un’Igp da sfruttare per valorizzare il territorio. L’Unione europea ha inserito la piadina romagnola tra i 41 marchi protetti. Lo ha sancito con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il disciplinare differenzia le diverse tipologie di pane romagnolo e dispone un’etichettatura specifica per quella alla riminese (più sottile e larga) e concede un’ulteriore riconoscibilità alla piada ottenuta con processi per la maggior parte manuali (quella dei chioschi). Gli ingredienti per tutte le tipologie sono gli stessi: farina, acqua, sale, grassi e lieviti. Vietati conservanti, aromi e additivi.

Non tutto è oro quello che luccica. Slow food e l’associazione per la valorizzazione della piadina romagnola lamentano che sono state messe sullo stesso piano il prodotto industriale e quello artigianale, facendo una scelta opposta a quella, ad esempio, che riguarda la focaccia di Recco.

Premesso che i gestori dei chioschi fanno bene a segnare la differenza rispetto al prodotto industriale, dalla decisione dell’Unione europea bisogna anche partire per valorizzare il territorio.

Si può pensare, quindi, di far diventare la piada un testimonial del territorio. Del resto crediamo che la stragrande maggioranza dei turisti (stranieri compresi) almeno una volta si siano fermati in un chiosco per mangiare piadina o crescioni. Lo stesso discorso vale non solo per il turismo balneare, ma anche per quello più impegnato. Ad esempio, capita spesso di vedere persone che hanno visitato la bliblioteca Malatestiana di Cesena di fermarsi nel chiosco per gustarsi il tradizionale pane romagnolo.

Fra l’altro la piada è un prodotto territorialmente trasversale. Quindi, un eventuale impegno da parte di enti sovracomunali non dovrebbe scatenare gelosie. Quindi ci sono tutti gli elementi per farne il collant di un territorio, quello romagnolo, che per bellezze naturali e culturali e per specialità enogastronomiche non ha niente da invidiare a zone molto più pubblicizzate come, ad esempio, la Toscana.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.