LA RICORRENZA DI NOVEMBRE di Marco Viroli e Gabriele Zelli

9 novembre 1944: 70 anni fa la Liberazione di Forlì

25 - 9 novembre 1944. Gli alleati in viale Roma

Le ore precedenti alla Liberazione di Forlì furono contrassegnate da tanti tragici episodi come la distruzione della Torre Civica, del Campanile del Duomo, del Ponte di Schiavonia, del Torrione dell’acquedotto, ma anche dal salvataggio del Campanile di San Mercuriale. Ma a caratterizzarle fu anche l’angoscia dei cittadini che dai rifugi aspettavano l’evolversi degli eventi e dall’attività dei partigiani e dell’esercito alleato.

Alle ore 1.45 del 9 novembre 1944 fu fatta saltare la Torre Civica, minata dai tedeschi in ritirata, che crollò rovinosamente, distruggendo il sottostante teatro. Alle 2.20 un nuovo boato annunciò la caduta della torretta posta al di sopra del Palazzo degli Uffici Statali. Pochi minuti dopo i tedeschi fecero brillare le cariche che provocarono il crollo del Campanile del Duomo. Pur lasciando indenne la zona dell’altare centrale, la caduta provocò la distruzione della Cappella di San Valeriano e delle opere d’arte in essa contenute, lasciando integro solo l’altare. Poi alle 3 fu la volta del Ponte di Schiavonia mentre all’alba i tedeschi fecero «saltare i campanili di S. Martino di Villafranca, Villafranca e Branzolino, con rovina delle chiese e delle canoniche», come riporta fedelmente Mambelli.

Anche sul ponte di Vecchiazzano i tedeschi collocarono le cariche esplosive, ma o non le fecero brillare o non si innescarono le micce. Fatto sta che il ponte non saltò. Una decina di anni fa, durante i lavori di restauro del ponte, furono effettuate le bonifiche belliche che comportarono tempi lunghi e una maggiorazione delle spese preventivate.

Galio Rossi ha lasciato una memoria delle ore che precedettero quel fatidico 9 novembre: «La sera prima della Liberazione si riunì il Comitato (C.L.N. forlivese, n.d.r.), dopo il contatto avvenuto con gli alleati, che erano a Meldola e sapevano della ritirata dei tedeschi. Gli alleati cominciarono a bombardare la parte nord di Forlì. Si decise di comunicare ai tre distaccamenti di attivarsi alle prime luci del giorno e di riunirsi in piazza Saffi, per poi ricevere ordini più dettagliati per l’occupazione della città. Luciano Lama si recò nei distaccamenti partigiani di via Giorgio Regnoli e di piazzetta Pagano, mentre io mi avviai per raggiungere il distaccamento di viale Vittorio Veneto.

Partii con Lucia, la mia staffetta; da via Fossato Vecchio, passando attraverso le macerie, pervenimmo, dopo circa un’ora, in viale Vittorio Veneto: la strada era illuminata solo dalle esplosioni delle granate. Riuscii a raggiungere il distaccamento di Giulio Garoia; mi feci aprire comunicando la parola d’ordine e, date tutte le disposizioni, ci accingemmo a ritornare. Fu impossibile: fummo costretti a dirigerci verso la barriera Mazzini, attraversando viale Vittorio Veneto distesi a terra per non essere visti, tale era la intensità delle granate. Due picchiarono sull’asfalto a pochi metri da noi, non esplodendo ma provocando, per l’attrito, un gran numero di scintille. Ci è andata bene! Attraverso corso Mazzini e via Achille Cantoni, ci fu possibile arrivare in via Fossato Vecchio.

Quella notte i distaccamenti, andando in perlustrazione, sparavano alle spalle ai tedeschi in ritirata, per creare disturbo e sgomento fra di loro. Giulio Garoia operò nella zona passaggio a livello, via Lunga, Eridania; Sergio Flamigni e Franz (nome di battaglia di Giuseppe Mamini, n.d.r.) in quella viale Salinatore e Schiavonia.

All’alba del 9 novembre 1944, i tre distaccamenti si riunirono in piazza Saffi, mentre gli alleati erano ancora alle porte di Forlì, in prossimità di viale Roma. Il Comitato di Liberazione nazionale decise di occupare i punti nevralgici della città: il Comando dei Carabinieri in corso Mazzini, la Questura, le Poste, la Stazione Ferroviaria e il Carcere di Forlì. Quest’ultimo venne utilizzato per rinchiudervi i fascisti immediatamente arrestati. Gli alleati ancora non comparivano. Alle ore dieci circa, ci siamo decisi di andare loro incontro, in viale Roma: praticamente, li siamo andati a prendere! Io raggiunsi con un gruppo di partigiani l’inizio di viale Roma. Abbiamo spiegato agli alleati che Forlì era libera e occupata dai partigiani: i soldati dovevano solo entrare. Così avvenne: noi davanti facevamo da guida e dietro ci seguiva un gruppo armato e con zaino pesante, per l’ingombrante radio portatile, necessaria per comunicare con il Comando alleato. Abbiamo condotto il gruppo attraverso corso della Repubblica, piazza Aurelio Saffi e corso Garibaldi fino all’altezza della curva della Chiesa della SS. Trinità. Lì ci fermammo e spiegammo che al di là dal ponte, fatto saltare la notte prima, c’erano i tedeschi pronti a sparare. Dietro di noi, si erano formati altri drappelli di militari alleati, che ci seguivano a distanza, dopo aver accolto il nostro invito ad inoltrarsi nella città».

(dal libro “I giorni che sconvolsero Forlì” di Marco Viroli e Gabriele Zelli, Il Ponte Vecchio, 2014)

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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