Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014 Articolo di Rosetta Savelli

La mostra, prosegue nel cammino ideale di avvicinamento del grande pubblico italiano ed europeo alla Pop Art iniziato con gli eventi legati alle opere di altri grandi esponenti del movimento e rinnovatosi con le mostre dedicate a Steve Kaufman a Trieste a palazzo Costanzi, al Museo Enzo Ferrari di Modena

Galleria Farini in Bologna si disloca in due sedi: Galleria Farini Concept presso lo storico Palazzo Fantuzzi in via San Vitale 23 e Galleria Farini in via Farini 26/d che costituisce anche la prima sede aperta dalla titolare Grazia Galdenzi con il contributo artistico di Roberto Dudine in qualità di direttore artistico.

Dopo il grande successo ottenuto con la Mostra “Arte a Palazzo” in via San Vitale 23 che ha visto esporre oltre 85 artisti provenienti da tutto il mondo e con un’affluenza di visitatori da record, ora la Galleria Farini è pronta a proporre un altro grande evento che si terrà il 27 settembre alle ore 18.30 presso la sede in via Farini 26/d.

Galleria Farini presenta l’esposizione permanente dell’artista Steve Kaufaman presso la sede di via Farini 26/d nel centro di Bologna.

Quindici grandi opere dell’artista statunitense Steve Kaufman.

Una imperdibile opportunità per avvicinarsi alla Pop Art Americana “al di là di Andy Warhol”, guardando molto da vicino le opere di un artista affermato – Kaufman – che proprio di Warhol era stato allievo e assistente.

La mostra, prosegue nel cammino ideale di avvicinamento del grande pubblico italiano ed europeo alla Pop Art iniziato con gli eventi legati alle opere di altri grandi esponenti del movimento e rinnovatosi con le mostre dedicate a Steve Kaufman a Trieste a palazzo Costanzi, al Museo Enzo Ferrari di Modena, e dopo l’acquisizione da parte del Mozart Museo di Salisburgo del dipinto Mozart Stato II, per la sua collezione permanente .

La Pop Art fu l’arte della “cultura popolare” e della cultura resa disponibile a tutti. Fu il movimento d’arte figurativa che meglio rappresentò il senso di rinnovamento portato dal benessere seguito al boom economico del Dopoguerra, degli anni Cinquanta e Sessanta. Coincise con la globalizzazione della musica e con il nascere dei miti della “Pop Music”e della cultura giovane, con i miti impersonati dai Beatles e da Elvis Presley. La Pop Art era sfacciata, divertente, ostile alle altre forme d’arte, nemica degli artisti “non-Pop”. Ricomprese in sé numerosi stili di pittura e scultura provenienti da molte nazioni.

Gli esponenti del movimento “Pop” ebbero tutti in comune l’estremo interesse per i Mass Media e per la produzione di massa, realizzata nei testi, nelle fotografie, nelle opere realizzate attraverso la serigrafia, nella musica ed infine nella cultura stessa di massa.

L’American Pop Art era sia una reazione contro l’Espressionismo Astratto che una forma di sviluppo dello stesso. L’Espressionismo Astratto era stato il primo movimento artistico americano a ricevere un riconoscimento globale, ma a metà degli anni Cinquanta, molti intellettuali e artisti d’oltre oceano avevano preso a considerarlo eccessivamente introspettivo ed elitario. L’American Pop Art quindi si era generato da esso come tentativo di invertire quella tendenza, reintroducendo l’immagine quale elemento strutturale del dipinto, strappandola all’oscurità dell’astrazione e riportandola alla luce del mondo reale. Era un modello già sperimentato: Pablo Picasso, seguendo l’esempio di Georges Braque, aveva fatto qualcosa di simile quarant’anni prima, proprio nel momento in cui aveva temuto che il suo modo di dipingere fosse diventato troppo astratto.

L’allestimento di “Icons of Music: then and now” presso la Casa della Musica di Grado -Gorizia. Nei primi tre giorni la mostra, organizzata dal Comune di Grado e da “American Pop Art”, ha avuto più di mille visitatori.

Il tratto d’unione fra l’Espressionismo Astratto e la Pop Art fu quindi l’opera di due artisti americani proprio degli anni Cinquanta: Jasper Johns e Robert Rauschenberg.

L’uomo che tutti identificarono e identificano con l’essenza stessa della Pop Art fu però, senza dubbio, Andy Warhol; inizialmente disegnatore, grafico e artista commerciale che traeva i suoi soggetti dalle immagini del mondo della cultura di massa, attraverso: pubblicità, fumetti, giornali, televisione, cinema, Warhol incarnò lo spirito popolare americano ed elevò le sue realizzazioni al livello di arte museale: utilizzando immagini di personaggi famosi e prodotti da supermercato che riteneva ricchi di un’intrinseca banalità e quindi molto interessanti, Warhol intuì il valore del loro esser stati estrapolati dal contesto e privati d’emozione e significato proprio grazie all’esposizione di massa. Sovvertendo i valori dei critici d’arte dell’epoca e così attraendo l’interesse di grandi pensatori, anche in Europa, come Roland Barthes, Warhol espresse questo fascino della banalità attraverso una serie di opere che andò dalla zuppa Campbell fino alle celebrità dell’epoca come Marilyn Monroe.

Anche le icone della musica quali: Mozart, Beethoven e tutti i grandi protagonisti di allora e di oggi realizzate da Steve Kaufman si inseriscono, infatti, nel contesto del mito e dell’icona. Il confrontarsi con questi miti del passato, che sono però ancora vivi nell’immaginario collettivo del presente: Michael Jackson, nonostante la sua prematura scomparsa – John Lennon, Elvis Presley sono fortemente parte del nostro vivere quotidiano fu per Kaufman un processo naturale. Warhol si era spostato dagli oggetti alle persone, dalla ‘Campbell Soup’ (ripresa comunque anche da Kaufman, su richiesta della stessa ‘Campbell’) al mito di Marylin, laddove nessun altro artista riuscì al pari di Warhol a tradurre l’emozione della famosa frase con cui Marilyn, nel 1960, aveva definito sé stessa in un’intervista a ‘Marie Claire’: ‘Sono un prodotto artificiale”. Kaufman proseguì l’opera di Warhol ma sentì il bisogno di un contatto più personale con quelle icone della musica, del cinema e dello spettacolo che l’avevano affascinato. Sentì un bisogno, quindi, di nuova personalizzazione.

Se per Warhol l’assunto fondamentale era il pessimismo nei confronti della società americana in quanto nessun essere umano potrà mai conoscere un altro essere umano, per Warhol, Marilyn è un modello trasparente dei meccanismi del dominio dell’immagine sull’anima.

Il divismo: terrificante, semplice, inafferrabile, seducente laddove i divi sono concetti e immagini, e non persone reali.

Kaufman fa un passo avanti: il pessimismo non domina affatto la sua vita, ma anzi la stessa è una continua ricerca di nuovi stimoli e in quell’immagine che vede davanti ai suoi occhi. Come per esempio il ritratto di Frank Sinatra di fronte al quale l’anziano cantante si commosse, cerca nuovamente l’anima.

Warhol declinava il suo modo di vedere sé stesso in modo estremo; mentre Kaufman, più giovane di lui e suo giovanissimo assistente alla “Factory” era un artista impegnato, pieno dalla sua umanità e troppo consapevole delle complessità delle vicende della vita per poterle trascurare.

Steve, troppo impegnato a vivere, non smetteva comunque di trascorrere notti intere a tentare di convincere l’ufficiale di polizia di turno a rilasciare uno dei ragazzi che aveva tolto di prigione e portato nel suo studio.

Se Warhol intuiva, sul finire degli anni Sessanta, l’inizio del dissolvimento del reale rispetto all’immaginazione, e aveva iniziato ad analizzarne le ripercussioni proiettandole nell’esame delle conseguenze del dualismo fra cronaca e mitologia , Kaufman rafforza ancora di più questo confronto e pone la mitologia a contrasto con la storia contemporanea,dove storia è anche storia dell’arte.

 

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014   Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014
Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014   Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014
Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014   Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014
Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014   Articolo di Rosetta Savelli

Steve Kaufman a Bologna in permanenza presso la Galleria Farini dal 27 settembre 2014
Articolo di Rosetta Savelli

Titolo: American Pop Art.Inc. – Steve Kaufman

Opere di Steve Kaufman

Inaugùrazione: Sabato 27 settembre 2014, ore 18.30

Luogo: Galleria Farini Via Farini 26/d 40124 Bologna

Orario galleria: Tutti i giorni dalle 15 alle 19

Mattina e dopo le 19.00 su appuntamento

Chiuso lunedì

Ingresso libero

Telefono per informazioni: + 39 334 848 5213

E-mail per info: galleriafarini@libero.it

Roberto Dudine – Art Director

 

Rosetta Savelli

26 settembre 2014

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Rosetta Savelli

La scrittrice Rosetta Savelli coltiva da sempre l'amore per la Musica, la Letteratura e l' Arte in tutte le sue espressioni. Ha pubblicato quattro libri: un racconto , una raccolta di poesie e due romanzi. Ha partecipato a numerosi Concorsi Letterari, sia nazionali che internazionali ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni. E' inoltre presente in una ventina di antologie letterarie, sia di prosa che di poesia. Ha pubblicato racconti su riviste specializzate di Arte e Letteratura. Ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche ed ha intervistato noti personaggi della Cultura e dello Spettacolo. Rosetta Savelli è una donna libera ,che vive in modo autonomo ed indipendente rispetto alle convenzioni, sia sociali che individuali e considera la vita come un'incessante e complessa ricerca di ciò che è giusto e di ciò che è vero. E' una donna che considera la ricerca sempre come prioritaria alla certezza e che vive in modo coerente rispetto ai propri pensieri. Il suo romanzo "La Primavera di Giulia" è stato pubblicato dal Ponte Vecchio in Cesena nel 2006. Il racconto "Iris e Dintorni" e la raccolta di poesie "Le Magie che mi soffiano lontano" sono stati pubblicati nel 2002 dalla Firenze Libri e sono stati presentati alla 55° Fiera del Libro di Francoforte nel 2003, inseriti nel volume antologico "White Land L' Autore". Nel 2009 ha partecipato al Premio Letterario Firenze per le Culture di Pace, dedicato a Tiziano Terzani ed è stata inserita nel volume antologico "Racconti per la Pace" con il racconto "Il Mondo nella piazza davanti a casa mia". Con il racconto "Rendere e non finire " pubblicato sul quotidiano indipendente online "La Voce D' Italia" ha partecipato al Premio Giornalistico Nazionale "Natale UCSI 2006". Nel 2012 ha partecipato ed è stata premiata al xx° Concorso Letterario Internazionale A.L.I.A.S.- Associazione Letteraria Scrittori Italo Australiani, ottenendo il 2° posto con la poesia "La Torre Campanara ed il Castello" e la menzione di merito per la sezione narrativa con il racconto "La Corda di Carbonio". Ha scritto molti articoli per la rivista multiculturale indipendente “Horizon Literary Contemporary” con sede in Bucharest e diramata poi nel mondo. Scrive inoltre articoli per diversi Magazine online. E' stata fra i tre vincitori all'evento Turboblogging per Aster- Rete di Alta Tecnologia dell'Emilia Romagna presso il CNR in Bologna nel giugno 2013. Nel 2014 ha partecipato al Concorso Big Jump con il suo ultimo romanzo pubblicato in Amazon “Celeste (Da qui a Hollywood la strada è breve)” risultando 15° fra 220 concorrenti. Nel 2014 ha iniziato la collaborazione con la Rivista Juliet Art Magazine – prestigiosa Rivista di Arte Contemporanea e di Avanguardia con una rubrica propria. Nella 2° edizione dell'evento Turboblogging promosso da Aster- CNR Bologna, nel 2014, si è classificata nuovamente tra i vincitori, ottenendo come premio di fare parte per una settimana della Redazione di Radio Città del Capo a Bologna, nel mese di aprile 2015. Nel mese di ottobre 2015 Rosetta Savelli ha vinto il III° Premio alla V° Edizione del Premio Kafka Italia 2015 in Gorizia, presso Kulturni C Lojze Bratuž, con il Racconto “Iris e Dintorni” edito nel 2003 dalla Firenze Libri . Nel mese di aprile 2017 Rosetta Savelli insieme all'artista Daniele Miglietta ha vinto il Premio della Critica in occasione della I°Edizione del Concorso online “Poesia a Colori” - Dall'incontro di due artisti le parole si colorano. Indetto dall'Associazione Arte per Amore, sotto la Presidenza di Barbara Benedetti. Rosetta Savelli ha partecipato con la poesia “Se sei donna ti diranno che ti manca” abbinata all'opera pittorica di Daniele Miglietta “Sleeping on flowers”. Collabora con la rivista di arte contemporanea "Juliet art magazine" con sede a Muggia (Trieste) e diretta da Roberto Vidali. Collaborazione nata nell'anno 2014 e tutt'ora in atto. 

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