Meno eroi, più agricoltori

La crisi ci fa belli o, almeno, così si direbbe a giudicare dai complimenti che riceve il settore agroalimentare. Non abbiamo mai ricevuto così tanti apprezzamenti per la tenuta e le performance in controtendenza. Peccato che in questi anni gli agricoltori e le loro cooperative abbiano sperimentato difficoltà nella tenuta dei fatturati, erosione continua dei margini e mercati sempre più imprevedibili e volatili. La sempre maggiore incertezza e il rumore di fondo nascondeva la reale situazione dell’economia nazionale. Non ha però impedito ai cooperatori di darsi da fare per trovare nuovi mercati e inventarsi soluzioni innovative per vendere i propri prodotti. Stiamo cercando tutti di farci trovare pronti e in forma per la tanto annunciata ripresa. Quella dello “zero virgola”, magari con la speranza serbata in cuore che sia addirittura “uno virgola”. Ai cooperatori dell’agroalimentare, se non bastasse, è richiesto un ulteriore impegno, che in tempi non sospetti sarebbe stato indicato come “distintivo”: traghettare nella nuova fase economica del nostro paese il maggior numero possibile dei loro soci agricoltori.
Lo so, il verbo traghettare richiama inevitabilmente il ruolo di Caronte. Ecco perché non possiamo cercare facili scorciatoie.
Tutti noi sappiamo che le basi delle nostre cooperative agricole sono polarizzate, ovvero che il 20% dei soci conferisce l’80 della produzione. Sappiamo che il 50% degli agricoltori ha oltre 65 anni. Sappiamo anche che per le aree a maggiore fragilità del territorio nazionale l’agricoltura non è un’attività economica, bensì un cimento eroico.
Adattarsi ad una selezione naturale delle basi sociali? Cercare mediatori o contoterzisti nei rapporti con i propri soci? Ci sono soggetti che per vocazione e mestiere sono più adatti a questo scopo e ci fanno già una concorrenza spietata.
L’imminente inizio della programmazione dei PSR regionali, le iniziative di Agri Invest e le azioni di Legacoop Agroalimentare sulla Banca della Terra hanno proprio la funzione di favorire questo percorso di “inclusione nel futuro”. Perché abbiamo bisogno di meno eroi e di più giovani agricoltori nelle nostre cooperative.

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Cristian Maretti

Cristian Maretti è direttore di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, ruolo che lo porta a vivere a cavallo tra Forlì, Bologna, Roma e Bruxelles. Su Romagnapost.it scrive di temi legati all'agricoltura e all'Europa, con un occhio particolare a come ci vedono all'estero.