Il Cesena torna in A. E adesso il nuovo stadio? – di Davide Buratti

Il Cesena torna in serie A. Grazie alla vittoria di Latina i bianconeri di Romagna ottengono la quinta promozione nella massima serie calcistica. Un risultato molto importante sia dal punto di vista sportivo che prettamente finanziario. La serie A garantisce ritorni economici molto più alti della B e potrà permettere al sodalizio cesenate di dare una sistemata ai conti.

manuzzi

Quando si parla del Cesena calcio ovviamente il pensiero corre ai risultati sportivi. E’ giusto che sia così. Però c’è un altro aspetto che, quanto meno, meriterebbe di essere approfondito. E’ quello dello stadio. Cesena, va premesso, non è all’anno zero. Anzi, ha un impianto che risponde ancora molto bene sotto tutti i punti di vista. Il dubbio non è legato all’impianto, ma al sito. È giusto mantenerlo in una zona che è sempre più  centrale? Il discorso, va da se, è in prospettiva.

Il tema venne sollevato, poco dopo l’inizio della legislatura, da Paolo Lucchi, sindaco di Cesena. Il progetto di un nuovo stadio fu presentato anche nel corso di una “Carta bianca” dedicata all’urbanistica. Poi il silenzio.

Adesso potrebbe essere arrivato il momento di tornare a parlarne. Entro questa legislatura l’amministrazione comunale presenterà il nuovo piano strutturale e, se si ritiene che si possa prendere in considerazione l’ipotesi di spostarlo, dovrebbe essere identificata l’area che potrebbe ospitare il nuovo stadio.Opera comunque da realizzare in prioject financing. Visti i tempi che corrono non si può certo pensare che l’amministrazione comunale possa affronatre un simile investimento.

Per ora le spinte sono state uguali e contrarie. Anzi, forse sono più i contrari che i favorevoli. A dire no al trasferimento dell’impianto sono soprattutto i tifosi che hanno un legame anche affettivo con la struttura di  via Del Mare.

Foto da www.visitcesena.com

Foto da www.visitcesena.com

Inoltre non hanno tutti i torti quelli che ritengono che sia assurdo rottamare il Manuzzi. Posizione legittima e giusta. Nello stesso tempo però bisogna tener presente che l’identificazione di un’area non significa la costruzione immediata del nuovo impianto. Si tratta di fissare un principio e poi vedere, fra un certo numero di anni (10 – 15) se sarà il caso di procedere. Insomma, una programmazione urbanistica che prevede (non stabilisce) che si può prendere in considerazione l’ipotesi di portare lo stadio fuori da una zona sempre più centrale e frequentata e nella quale la presenza di un impianto sportivo di primaria importanza può creare molto più di qualche problema.

Va da se che, nel caso si prenda una decisione che vada in questa direzione, sarebbero necessari alcuni paletti. In particolare evitare un cementificazione selvaggia in entrambe le aree interessate.

Quella che adesso ospita il Manuzzi potrebbe diventare un polmone verde che oltre a qualificare la zona Fiorita potrebbe essere messo in collegamento diretto con il parco sopra la secante e, quindi, con la zona Ippodromo e, di consegienza, con buona parte delle altre aree verdi della città.

E’ chiaro che la nuova struttura dovrebbe essere fatta in periferia e in una zona ben servita dalla rete stradale. Però non dovrebbe prevedere anche uno sviluppo resideziale (quindi niente nuove case, sempre che ce ne fosse richiesta), però si potrebbe prendere in considerazione l’idea di realizzare lo stadio all’interno di uno spazio unicamente riservato al tempo libero.

DAVIDE BURATTI

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.