Appunti sull’articolo 3 della Costituzione Italiana

‘E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta’ e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono IL PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.’
Articolo 3 della Costituzione Italiana

Enrica Mancini, responsabile welfare di Legacoop Forlì-Cesena, è intervenuta questa mattina alla conferenza stampa presso gli uffici di Formula Servizi, Forlì.
La discussione ha avuto per protagonisti i tagli del 10% che la spending-review chiede alla Regione Emilia Romagna e all’Asl di Forlì.
In particolare, Formula Servizi si appella alla politica forlivese per non dover attuare una riduzione di trenta unità lavorative; un provvedimento dalle drammatiche conseguenze se si pensa che, con buona probabilità, andrà a colpire cittadini che devono già affrontare situazioni critiche in famiglia, avendo magari a che fare con disoccupazione e povertà. Ricordiamo che tra le lavoratrici di Formula Servizi sono molte le donne vedove, separate, ragazze madri o disabili.
Il breve intervento di Mancini è stato conciso, chiaro, incisivo e ha fatto leva su un tema centrale e insostituibile che andrebbe sempre discusso in profondità, con precisione e attenzione analitica: la dignità della persona. Perché è di questo che si parla quando si è costretti a tagliare sia posti di lavoro che servizi ai cittadini.
Con sintesi esaustiva, la responsabile welfare di Legacoop Forlì-Cesena ha puntato su lavoro, territorio e coesione sociale, un trittico dall’inevitabile interazione: il lavoro (o dovremo dire la sua mancanza?), inteso come reale e sana economia, ha il suo impatto specifico sul territorio, la cui coesione sociale viene poi altamente minata dalla penalizzazione di famiglie che già vivono la crisi.

Thomas Hirschhorn, Everyone's Problem

Thomas Hirschhorn, Everyone’s Problem

Ma torniamo alla dignità individuale e sociale, un argomento spesso sottovalutato di questi tempi coniugati in termini di spread, IMU, PIL, e così via: si tende a scordare che ogni provvedimento economico, politico, giuridico agisce sulla quotidianità, autostima, felicità, potenziale intellettivo ed emozionale, moralità e, non per ultimo, senso di realtà dell’individuo.
Invece di accrescere, la qualità di vita decresce inesorabilmente, annullando e mettendo in pericolo la dignità del lavoratore, quando non si parla già di disoccupato.
Che cos’è la dignità? La considerazione che l’uomo ha di se stesso, tale da assumere un comportamento responsabile, discreto, ragionevole; in questo modo, essere in grado di valutare le proprie capacità permette alla persona di essere dignus, degno e meritevole.
Questa situazione di crisi, traumatica e pericolosa, potrebbe essere parzialmente contenuta se si abbandona quella che una volta era la propria visione del mondo, per iniziare a guardare la realtà con occhi diversi. E’ invece una battaglia persa in partenza se affrontata senza coesione sociale, senza coscienza collettiva del cambiamento, senza assunzione di responsabilità, senza una didattica alla negoziazione, che in termini pratici, si traduce in un dialogo costante fatto di scambi, dispute e compromessi, al comune fine della soddisfazione e del benessere.
Dignità è concretezza, concretezza è criticismo, criticismo è cambiamento e cambiamento è felicità.
Felicità di sentirsi realizzati, felicità nel portare a casa per lo meno 900 euro mensili, felicità nell’essere in grado di aiutare il proprio compagno, magari già da qualche mese in cassa integrazione.
La Costituzione Italiana, nonostante faccia appello al pieno sviluppo della persona umana, non esplicita a chiare lettere, così come ad esempio fa invece quella americana, il diritto per il cittadino alla propria felicità.
La soddisfazione e il benessere dell’uomo sono sempre stati principi di riferimento per legislazioni e normative, fin dalle aggregazioni politiche dell’antica Grecia; basti pensare che, già per Aristotele, la felicità era l’obiettivo finale dell’agire umano.
‘Ciò a cui tende la politica, cioè qual è il più alto di tutti i beni raggiungibili mediante l’azione. Orbene, quanto al nome la maggioranza degli uomini è pressoché d’accordo: lo chiamano felicità e ritengono che vivere bene e riuscire esprimano la stessa cosa che essere felici’.
La dignità della persona è un diritto civile che dovrebbe essere intrinseco a ogni provvedimento di prassi giuridica ed economica, soprattutto in questi tempi, quando a essere messe in discussione sono le certezze personali dei cittadini.
Interessante è notare come il latino dignus derivi a sua volta dal greco axios, parola che sta per ‘degno’ e al tempo stesso ‘assioma’.
In filosofia l’assioma è ciò che non ha bisogno di prove per essere dimostrato, è auto-evidente: così dovrebbe essere la dignità, principio fondante della persona e auto-evidente, perché palese guida delle decisioni politiche e di coesione sociale.

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Elena Dolcini

Sono nata a Forlì 31 anni fa; dopo la laurea ho viaggiato molto, una passione che continuo a coltivare. Mi interesso di filosofia e arte, due argomenti di cui mi piace parlare, discutere e scrivere. Dedico questo blog a temi che possano attivare un dibattito, nella speranza di creare un ponte tra un pubblico locale e uno più vasto. 

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