Paternalismo e diritto

di Federica Angelini – dal n.5/2017 della Romagna Cooperativa

Debora Serrachiani – foto dalla pagina FB https://www.facebook.com/serracchiani/

Dev’essere il paternalismo manzoniano di cui ci siamo un po’ tutti nutriti fin dalla giovinezza ad aver fatto sì che le parole della presidente del Friuli Venezia Giulia, Deborah Serracchiani del Pd, abbiamo scatenato l’indignazione solo di un parte del Paese (e del suo partito), e forse pure minoritaria.

A molti sono sembrate di buon senso.

E il buon senso era più o meno questo: uno stupro è un fatto grave sempre, ancor di più se avviene da chi è stato accolto come una famiglia. Insomma, se a commettere lo stupro fosse stato, per dire, un immigrato irregolare con il foglio di espulsione sarebbe stato meno doloroso, per la Presidente.

Ora, lasciando perdere la questione di genere (anche se fa piuttosto impressione, inutile negarlo, che una simile idea di eventuale aggravante di uno stupro venga da una donna), a emergere è soprattutto questa idea appunto vagamente paternalistica verso persone bisognose che vanno caritatevolmente accolte e da cui ci si aspetta un po’ di gratitudine, una spazzata ai parchi pubblici, portare fuori l’immondizia e non stuprare le donne.

Sembra effettivamente il minimo.  Solo che questo è o dovrebbe essere uno Stato di diritto in cui l’aiuto e l’accoglienza non vengono concessi per  uno slancio umanitario di uno o dell’altro, ma sulla base di principi sanciti nei trattati internazionali e nelle leggi che ci siamo dati, fondamenta di un’idea di società in cui si è portatori di diritti e doveri, e non di favori e concessioni. Un’idea di società elaborata in primis in Europa e che è quanto di più prezioso l’Europa può ancora dare al mondo. Ammesso ovviamente non vi rinunci per prima.

Ecco in una frasetta così, apparentemente di “buon senso”, viene invece minato questo principio di parità e diritto. Tutto questo mentre arrivano notizie di indagini in strutture del Sud in mano alla malavita. Ma non c’è bisogno di arrivare a tanto: basta sentire ciò che lamentano tanti operatori del nord (Schiavon dell’Asgi denunciava il 18 maggio su Internazionale che in Friuli Venezia Giulia il 90 percento dei profughi è accolto in strutture d’emergenza) per chiedersi, in fondo, se davvero poi tanti richiedenti asilo avrebbero comunque un motivo al mondo per esserci grati.

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