Bambini e povertà: situazione preoccupante

Prima riunione dell'osservatorio istituito dal Comune. L'undici per cento dei minori conosciuti dai Servizi sociali

Prima riunione operativa dell’Osservatorio sulle povertà e i diritti dei bambini, istituito dal Comune di Cesena lo scorso novembre.

L’Osservatorio, unico nel suo genere nel panorama regionale, è stato istituito nell’ambito della nuova programmazione dei servizi sociali e scolastici comunali che guarda fortemente alle condizioni dell’infanzia e ai diritti dei bambini cesenati, purtroppo messi in discussione dai mutamenti sociali ed economici degli ultimi anni.

In particolare ha due compiti fondamentali: aumentare la consapevolezza della nostra comunità sulla povertà dei bambini e accompagnare la nascita di nuovi servizi sociali che possano aiutare chi sta crescendo in condizioni di fragilità.

“Ringraziamo molto – dicono il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore Simona Benedetti – le importanti personalità che, in rappresentanza di diverse istituzioni, hanno aderito alla composizione dell’Osservatorio. E’ solo lavorando tutti insieme, infatti, che possiamo trovare efficacemente strumenti per garantire a tutti i piccoli cesenati pari opportunità e condizioni di uguaglianza. Tanti sono gli ambiti di tutela che devono essere loro rivolti: la salute, l’istruzione, il benessere psico-fisico (ivi compresa una alimentazione bilanciata), la casa, relazioni familiari stabili e possibilità di socializzare”.

I minori residenti a Cesena sono 14.970 (dati al 31/12/2016), di cui 10.411 in età scolare (6-17 anni). Rispetto al 2015, risultano diminuiti di circa 150 unità e già questo rappresenta un ambito di riflessione che l’Osservatorio potrà avviare. 1.649 di questi bambini e ragazzi, pari all’11% della popolazione minorile di Cesena, sono presenti per vari motivi nell’archivio informatico dei servizi sociali e circa la metà di questi vivono in condizioni di povertà sociale ed economica.

Dopo una esaustiva analisi di questi primi dati, tutte le istituzioni presenti hanno portato contributi importanti, in particolare affrontando i temi del disagio scolastico e relazionale, della fragilità genitoriale e sociale, ivi comprese problematiche di natura sanitaria che coinvolgono l’infanzia e l’adolescenza. I lavori si sono conclusi con la richiesta condivisa di integrare le banche dati attuali sull’infanzia a disposizione dei diversi enti presenti e di incontrare le scuole per iniziare a stimolare collaborazioni sempre più proficue a beneficio della popolazione scolastica più fragile. Appuntamento al prossimo giugno.
Diversi sono gli obiettivi che l’osservatorio si deve porre. Ma il principale deve essere quello di sollecitare gli interventi per evitare il rischio di perdere delle generazioni. Ormai ci sono minori che crescono a due velocità. Ha ragione Simona Benedetti quando dice che è un assurdo vedere che solo il trenta per cento dei bambini va alle gite scolastiche. Chi rimane a casa ovviamente lo fa per un problema economico. Bisogna fare attenzione ad accompagnare bene questo fenomeno. Il rischio è di creare situazioni come ci sono in altri paesi europei. La stragrande maggioranza dei bambini in difficoltà sono figli di immigrati. Se non li aiutiamo non solo impoveriamo il territorio perché diminuisce la scolarità, ma rischiamo di creare fenomeni come si vedono in Francia e Germania, ad esempio. Giovani stranieri di seconda generazione che vivono ai margini della società e si ribellano facendo gesti eclatanti.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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