Premiato lo stile Gentiloni

Sondaggio Demos. Ma è ancora presto per dire che c'è un'inversione di tendenza. Ma c'è chi sostiene che gli italiani cominciano ad essere stanchi di miracoli annunciati e di guerre politiche praticate

Com’è il proverbio? Una rondine non fa primavera. Si, ma, un segnale in controtendenza potrebbe o dovrebbe portare un messaggio di cambiamento. Io preferisco dovrebbe, ma, coi tempi che corrono, mi accontento anche di dovrebbe. Il riferimento, ovviamente, non è all’andamento climatico. Quello, si sa, con la rotazione delle stagioni si modifica. Il richiamo è al sondaggio Demos, pubblicato su Repubblica (sia cartacea che digitale).

https://www.flickr.com/photos/palazzochigi/

Non mi interessano e non starò a tediarvi sulle intenzioni di voto. Ma ci sono alcuni dati in controtendenza col recente passato. Uno è che il settanta per cento degli interpellati non chiede il voto subito. L’altro riguarda Gentiloni e il governo. Entrambi sono in crescita. Inoltre il gradimento del presidente del Consiglio supera quello di Renzi. Ma questo può essere normale vista l’inevitabile esposizione mediatica di Gentiloni. Forse era meno prevedibile che Renzi perdesse otto punti. Calo che, nel contempo, registrano anche Grillo, Salvini e tutti gli altri leader.

Il dato è sottolineato da Ilvo Diamanti che, però, nella sua analisi evita di fare voli pindarici. Premette però che lo stile impersonale non sembra nuocere a Gentiloni. Almeno fin qui.

Foto Palazzo Chigi https://www.flickr.com/photos/palazzochigi/

Secondo Diamanti lo stile impersonale del premier, probabilmente, asseconda una stanchezza diffusa del Paese. Nel quale la maggioranza dei cittadini (otto su dieci ndr) invoca l’avvento dell’uomo forte. Ma solo perché in giro non se ne vede traccia. D’altronde, continua Diamanti,molti elettori sono stanchi di miracoli annunciati e di guerre – politiche – praticate. E per quanto credono che il voto incomba, in fondo, lo temono. Perché vorrebbero affrontare le prossime elezioni con regole e soggetti che permettano di immaginare governi e parlamenti stabili.

Insomma, Diamanti conclude, sostenendo che l’era del post renzismo possa durare più del previsto.

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Premesso che a me non dispiacerebbe se la legislatura andasse avanti, registro che non è stata data molta enfasi alla crescita di gradimento di un leader (e relativo governo) con uno stile impersonale. Evidentemente secondo Diamanti la rondine ancora non fa primavera. Del resto è ancora fresco il sondaggio dal quale è emerso che otto italiani su dieci vorrebbero l’uomo forte alla guida del paese. Però è un dato importante col quale, ritengo, ci si dovrà far di conto.

Comunque anch’io evito di fare voli pindarici. La delusione poi sarebbe ancora più cocente. Però, personalmente, mi auguro che quella rondine sia il primo segnale di un’inversione di tendenza. Di un ritorno ad una situazione normale. Dove il politicamente corretto è predominante. Dove, come ha detto Ferrini, la politica non si fa per mandare a casa qualcuno, ma per fare qualcosa. Come invece spesso è successo negli ultimi cinque lustri. Insomma, un paese normale dove sono premiate idee, capacità e confronto.

Lo so, sto sognando. Ma, in fondo, un po’ sognatore lo sono sempre stato e poi, quando vedo le rondini divento ancora più bucolico e fantastico sempre di più. Però adesso sono un pelino (non molto) più ottimista.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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