La paura non paga più

E alla fine in Romagna (e anche a Bologna) il Pd, con vari alleati, ha vinto le elezioni sia a Rimini sia a Ravenna. In nessuna delle due città è quindi passato il messaggio di forze come la Lega che sui territori si concentra sempre molto nel promettere discriminazioni negli accessi ai servizi tra italiani e stranieri, che punta e ha puntato molto nell’associare il tema sicurezza a quello della presenza di immigrati, che ha usato un linguaggio che sarebbe da bandire come il termine “clandestino”, che ha minacciato a Ravenna di chiudere il progetto Sprar. E questo è stato forse uno degli argomenti che davvero  ha lasciato più basiti. Perché va bene tutto, ma pensare di rinunciare a fondi statali che permettono un’accoglienza dignitosa a richiedenti asilo e rifugiati politici, progetti in cui lavorano operatori qualificati che aiutano queste persone a trovare una propria strada autonoma ha qualcosa di semplicemente surreale. Perché i progetti Sprar accolgono purtroppo ormai solo una parte minoritaria dei richiedenti asilo, che per il resto sono gestiti da Prefetture e Comuni secondo modelli che sostanzialmente dovrebbero o vorrebbero il più possibile avvicinarsi proprio all’esempio virtuoso dello Sprar. Ecco, per fortuna lo Sprar (e non solo) è salvo comunque (e chissà poi se davvero siano mai stati a rischio). E la sensazione è che la voglia di cambiamento dopo decenni di governo monocolore sia fortissima, almeno a Ravenna, ma non al punto da votare un candidato sostenuto dalla Lega di Salvini che si è caratterizzata proprio e soprattutto per questi argomenti. Non a caso dove si scontrava con la Lega il Pd ha vinto, contro i 5 stelle, come a Cattolica, ha perso. Molto da riflettere per tutti partendo da un dato comunque incoraggiante: fare leva sulla paura dello straniero forse paga meno di quanto si fosse pensato.

Federica Angelini

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