Piê Frèta – la piadina fritta, patrimonio dell’umanità

da SettesereQui – 11/3/2016

N.H. Giuliano Ch. Prof. Bettoli Visconte del Buco della Sandrona nonché Storico Patentato e Archeol. Ind. sso (giulianoprofb@booksandr.com)

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Foto da http://www.consorziovinidiromagna.it

Mo cosa sono mai andati a scrivere anche stavolta sui giornali quei balusóni di giornalisti? Mo non battono mica più lì con la testa, quelli che lì! Mo sono proprio insimunìti di posta, i giornalisti! Ció, sono andati a scrivere in dimpertutto che la pizza napoletana è diventata «Patrimonio dell’Umanità»! Mo avete capìto bene? E il bello è, poi, che a loro, sì, ai giornalisti, che ci sono andati dietro anche tutti i tigì di tutte le tivù! Con tutte le porte a porte, tutti i ballarò, tutte le gabbie con tutte le iene dentro e tutti i tempi che fanno! E così adesso abbiamo fatto il pane! Adesso tutti si credono che sia così. Cioè che la pizza napoletana che sia il Patrimonio dell’Umanità. Mo se ne potranno sentire delle più grosse? Mo questi ingàmberi di giornalisti, mo ànno preso una canòcchia che non sta in vello! Mo pensateci solo un po’: sono andati a confondere la pizza napoletana con la Piê Frèta! La nostra Piê Frèta, che, diffusa sì in tutta la Romagna, arriva al tòp dei tòp proprio qui, nella Sandrona. La pizza «napoletana»? Mo andiamo, dunque! Mo dìtemi solo questo quello a qui: da Napoli, mo quand’è mai dato fuori quaiquello di buono? L’unica cosa bella che c’era a Napoli era giusto il Vesuvio. Ma dopo che in Itaglia ci ànno messo il divieto del fumo, anche lui – sto patacca di un Vesuvio – à smesso di fumare, e buona notte scuffiòtto! Mo l’avete capìto almeno voialtri? Ve lo torno a dire. Non è mica la pizza napoletana che è diventata «Patrimonio dell’Umanità ». Mocchè! È la nostra Piê Frèta della Sandrona. Che però l’Unèsco, sapendo che siete permalosi una massa, vi à dato un contentino anche a voialtri romagnòli. E perchè che non smargogliate troppo, à detto così che la Piê Frèta della Sandrona è il tòp mondiale n.1 e che, però, la Piê Frèta della Romagna è il tòp mondiale n. 2. Siete contenti così? Sì? Ci ò proprio a cara. Be’, credetelo se vi pare, noi della Sandrona che appena che l’abbiamo saputo del trionfo mondiale della nostra Piê Frèta avevamo fatto un gran festone con una santerna di una baracca, be’, ció, sùbito dopo non ci siamo trovati nel mezzo di una mèliga santissima? Perchè? Mo causa agl’Animalisti. Gl’Animalisti, appena che l’ànno saputo che la nostra Piê Frèta che era lei il Patrimonio dell’Umanità, mo a ci si sono rivoltati contro come delle biscie avvelenate. Ci ànno fatto una malètta lunga da qui fino a Comacchio. Pensate: ànno invaso i corsi e i viali della Sandrona con una sfilana di macchine coi cartelli e ci ànno avuto da inzurlire tutti dal gran suonare con i clacson! Perchè? Ah, tè vuoi sapere perchè gl’Animalisti ce l’ànno a morte con la nostra Piê Frèta? Mo te lo dico sùbito, poverino: causa il grasso. «Il grasso? Che grasso?». Non ci sei ancora arrivato? Gl’Animalisti, a loro, mo non ce ne sarebbe importato proprio un bel niente della nostra Piê Frèta. Un po’ già che in questi giorni gl’Animalisti ànno quell’altro da fare perchè sono incazzati neri con Gracco (dev’essere uno dei figli della Corneglia) perchè fa il cuoco della Tivù e è andato a insegnare alla masa zucóna come si fa a cucinare i piccioni! Figurarsi gl’Animalisti! Cucinare i piccioni che sono protetti perchè non se ne vedono più in giro (almeno quelli che ànno i dodici decimi di miopia, senza occhiali non ne vedono). Be’, non c’è stato un patacca che è andato a far la spia agl’Animalisti e che c’è andato a dire così che per fare la Piê Frèta genuina della Sandrona che ci vuole il grasso? Si capisce: il grasso. Sia il grasso da impastare nello spasso e sia il grasso da friggere la Piê Frèta nella padella. «Be’, e allora?». Mo come «be’, e allora?». Sei proprio insmìto di posta sai tè. Mo il grasso da dove salta fuori? Dalle Miniere del Re Salamone? Dalla Grotta del Re Tiberio? O dalla Vetta del Monte dei Pidariòli? Il grasso, il Mio lucò, salta fuori da un porco. O da una troia! (chiedo scusa: in un momento che non battevo lì con la testa, M’ero scordato delle Quote Rosa, e oltre al porco non avevo brìciolo citato anche la sua legittima consorte: la troia). Quindi, per avere il grasso, il Mio ciù, bisogna ammazzare un porco o una troia (o viceversa). Che se non lo sai, te lo insegnano anche a Brisighella quando fanno quella bella manifestazione suina che si doveva chiamare «Vieni a fare il porco a Brisighella » che, invece, per non essere denunciati per turpiloquio, adesso si chiama «Le Delizie del Porcello». Figurarsi quando che l’ànno saputo gl’Animalisti: del grasso che ci vuole per la Piê Frèta: ànno tirato i raggi dagli occhi! Noi della Sandrona abbiamo avuto un bel dire che per fare il grasso noi non ammazziamo nessun porco di nessun sesso! Mo loro non ci credono brìciolo. Invece è la verità. Noi per fare il grasso… Mi tocca poi dirvelo solo quest’altra settimana come facciamo a farlo. Intanto dite a vostra moglie che vi faccia la Piê Frèta. Masticandola, specialmente se le è venuta un po’scroccolina, ció, una settimana passa meglio di quel poco.

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