Il Papa lascia cantando Romagna (e San Marino) mia

REGGENZA-PAPA-08

Zitto zitto, mentre l’Italia è nel caos, San Marino entra nella storia. Silente negli ultimi giorni di campagna elettorale, e fermo ad attendere che Roma sbrogli la matassa e partorisca (se ce la fa) un governo che possa dialogare col monte Titano per la benedetta ratifica degli accordi fiscali, la piccola Repubblica si concentra su altre benedizioni. Sono quelle di Papa Ratzinger, che domani chiuderà il suo Pontificato in anticipo in virtù delle dimissioni già passate alla storia. Ma che stamane, nel suo penultimo giorno di “mandato” apostolico, ha incontrato in Vaticano proprio i capi di Stato sammarinesi: Teodoro Lonfernini e Denise Bronzetti hanno dialogato col Pontefice al termine dell’udienza, in un breve incontro tenutosi nella sala Clementina del Palazzo apostolico.
Poche parole. E affettuose. Quello apparso alla Reggenza del Titano era un Pontefice provato dalle ultime fatiche ma lucido, e che con loro ha voluto ricordare la visita del giugno del 2011 proprio a San Marino e a Pennabilli (sede della diocesi di San Marino e Montefeltro), e l’ospitalità offertagli dal piccolo Stato. Uno scambio di gentilezze, e il saluto dei Reggenti al Pontefice dimissionario da parte del popolo sammarinese. Poi i doni: un piatto di argento con lo stemma di San Marino e la dedica della Reggenza Lonfernini-Bronzetti a lui, un prezioso rosario (Benedetto) a loro.
Non solo un prezioso incontro quello di San Marino in Vaticano, ma un segnale. Mentre nelle sale dei palazzi di governo sammarinesi continua a riunirsi il tavolo per lo sviluppo, quello voluto tra pubblico e privato per provare a rilanciare l’economia locale, a prescindere dai rapporti con l’Italia, il piccolo Stato prova ad andare avanti: il voto italiano e lo spettro di ingovernabilità prodotto rischiano di lasciare al palo il Titano per altri mesi. Mesi preziosi, che seguiranno quelli già lunghissimi trascorsi in messianica attesa che Roma ratificasse gli accordi fiscali sottoscritti ormai l’estate scorsa e sancisse l’uscita della piccola nazione dalla black list. Che fare, dunque, nell’attesa che l’Italia capisca dove andare e che strada prendere? Provare a vivere senza la (o a prescindere dalla) dipendenza dal Bel paese da una parte, e farsi grande agli occhi di chi lo vede ancora troppo piccolo e impreparato dall’altra. Incontrare il Papa che passerà alla storia, nel suo penultimo giorno di Pontificato forse può aiutare. (Ma non bastare).

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Patrizia Cupo

Patrizia Cupo, 33 anni e mamma-bis. Giornalista professionista dal 2008, dopo qualche fortunosa esperienza in giro per l'Italia tra radio, agenzie e giornali locali, ha scoperto la repubblica del Titano affascinata dalle sue contraddizioni. Spasmodico amore per la cronaca giudiziaria, in tribunale si sente a casa sua (finché qualcuno non le porterà le arance). 

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